E tre! Due volte Prodi vinse le elezioni e fallì la prova di governo, oggi il Pd vince e il Paese è di fatto ingovernabile. Il Pd è un progetto incompiuto, inadeguato alla realtà sociale, in controtendenza con l'organizzazione europea dei partiti di centro e di sinistra. Le cause? Il complesso patologico di superiorità, la sottovalutazione dell'avversario, l'ignoranza della realtà sociologica del Paese e le alleanze impresentabili. E infine la futilità delle argomentazioni di propaganda che ha lasciato agli avversari i punti forti delle urgenze riformatrici. Un rispettoso omaggio a Mario Monti che ha sacrificato la sua alta reputazione per amor di Patria.
Ulderico Monti
Il Pd ha sottovalutato il fenomeno Renzi. Non ha capito che avrebbe dovuto esaltarlo anziché sopirlo. Renzi non diceva cose dissimili da Grillo, ma prospettava ben differenti scenari di governabilità. Offriva al partito l'opportunità di cambiare radicalmente, e il partito l'ha rifiutata. È vero che si fecero le primarie, ma è più vero che le si organizzarono in modo da ridurre al minimo un pericolo giudicato massimo.
E invece non si trattava d'una temibile iattura: si trattava d'un provvido vantaggio. Bersani ha mancato di lungimiranza. Uno segretario e l'altro candidato premier. Bersani è colpevole, la nomenklatura idem. Non solo per il caso Renzi. Anche per la campagna elettorale: morbida, monocorde, sorda a una serie di richiami, specialmente qui al Nord. Anche Monti è stato sordo a un richiamo: quello del realismo. Aveva salvato l'Italia al prezzo dell'impopolarità personale: come poteva immaginare di raccogliere consenso popolare?
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