Cara Provincia,
la bassezza della mossa antidemocratica messa in atto da Bossi e dai suoi "fedelissimi", ossia di non permettere a Maroni di parlare, mi ricorda l'inizio della fine di Gheddafi. Un gruppetto di despoti e lacchè al di fuori della realtà che sperano con una mossa ridicolmente semplice (alla faccia degli strateghi politici e del famoso "fiuto" di Bossi!) di sistemare le cose. Il buon Maroni non offre pretesti per litigare, per cui stanno accumulando brutte figure in sequenza, con questi attacchi patetici. In più è evidente che la "base", di cui faccio parte, non può certamente appoggiare il salvataggio di Cosentino, che rappresenta quanto di più si possa concepire come personaggio agli antipodi degli ideali dei "padani". Posso solo ritenere che la salute di Bossi lo abbia appannato: l'alternativa sarebbe il fatto che si è reso complice di intrallazzi e scambi di favori con Berlusconi, quindi sarebbe un quadro addirittura peggiore.
Ringraziamo quindi Bossi per il lavoro svolto fino a qualche anno fa (dire "finora" è troppo) e gli chiediamo di ritirarsi a vita privata, insieme ai suoi familiari. Sono stato un sostenitore fin dalle elezioni politiche del 1987, spesso mi sono ritrovato contrario a delle decisioni, ma mai come ora mi sono sentito convinto del fatto che la stagione di Bossi sia finita. Verrà qualcosa di meglio se egli si ritirerà? Non lo so: so che al momento c'è una situazione inaccettabile tranne che per gli elettori "bovini" o per chi lavora per un proprio interesse nel movimento leghista. Gli altri partiti sono invotabili: anche se fossero onesti, perseguirebbero comunque interessi opposti ai nostri.
Alberto Cazzaniga
Lecco
Il divieto è rientrato, ma l'altra sera Maroni, ospite di Fabio Fazio, non si è nascosto dietro un dito. Il Carroccio è a un bivio pericoloso, e nessuno - per il bene stesso della Lega -si augura di vedere successioni alla corana, con il figlio del caro leader Kim Jong-il che subentra al padre. Ma è pur vero che la Lega è nata con il Senatur...
Vittorio Colombo
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