Grandi manovre sono in atto prima della "battaglia" elettorale. Il grande "Centro" sognato da Casini si sta rafforzando con l'apporto di nuove milizie, formando una coalizione di "moderati" e "cattolici" benedetta dalla Chiesa e dalla Ferrari. I ricchi possidenti, le banche, le borse e l'Europa siano tranquille, in Italia tutto andrà avanti come prima, cioè come ora. La ridiscesa in campo del gran condottiero Marius è ormai più che certa, Bersani dovrà inevitabilmente scendere a patti, sennò la sconfitta sarà per lui ancor più cocente. Ne uscirà, com'è prevedibile, un governo di Centro-Sinistra ma più di Centro che di Sinistra. E accadrà probabilmente il contrario di quanto era nelle previsioni di molti: Monti a Palazzo Chigi e Bersani al Quirinale.
Giovanni Dotti
Saranno semmai i moderati a scegliere Monti e non Monti i moderati. Monti dirà: questo è il programma che deve darsi l'Italia, sono pronto (a provare) a realizzarlo con chi ci sta. Ma mi riservo di valutare le adesioni perché non tutte, per esempio quella berlusconiana, sono gradite. Cioè: Monti non si metterà a capo d'una lista, ma una o più liste vi faranno capo. Idealmente e praticamente. Queste liste non rappresenteranno gli indefiniti poteri forti, ma i ben definiti poteri deboli: il ceto medio che non sa dove accasarsi. È un ceto medio sfruttato come più non si potrebbe, ma consapevole che gli sfruttatori veri sono altri che non Monti: potrebbe perciò dargli la fiducia per il semplice motivo che è una persona affidabile. L'alleanza postvoto con Bersani è tra le ipotesi possibili, specie se la discesa in campo del professore disintegrerà il Pdl e scomporrà il Pd.
Max Lodi
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