il papà Barak Obama si dissocia dal Presidente degli Stati Uniti e prende una decisione che soltanto qualche decennio fa sarebbe stata assolutamente normale, ma che oggi scatena un putiferio di interrogativi e discussioni: vietare qualcosa alle figlie Malia, 13 anni, e Sasha, dieci. Nella fattispecie l'uso di Facebook, sorta di confessionale-amico del cuore per milioni di adolescenti di tutto il mondo.
Però, c'è un però: mister Obama non è avversario per principio di Facebook, anzi, possedendo egli stesso una pagina personale, con 24 milioni di amici. Pare, infatti, che l'uomo più potente del pianeta non sia di per sé contrario alla navigazione delle figlie su Facebook, ma siano proprio Malia e Sasha a non voler far sapere al mondo i fatti loro, rifugiandosi in una domestica privacy che forse conserva una minima traccia di pudore adolescenziale.
In un mondo dove ognuno sa tutto di tutti, un po' di impenetrabile mistero non guasta e soprattutto trovo giusto che un padre importante cerchi di tutelare la tranquillità delle figlie in un'età così delicata come l'adolescenza.
Ottavio Bonetti
Merate
Caro Bonetti,
Obama ha dichiarato di consigliare alle figlie letture di classici della letteratura, autori di culto americani come Scott Fitzgerald e Steinbeck, come usavano una volta i papà, che piano piano permettevano ai figli l'accesso alla biblioteca di casa, alimentandone per gradi la curiosità.
Curiosità certo soddisfatta oggi attraverso la rete, ma in modo superficiale e parziale, in un'età in cui si dovrebbero mettere le fondamenta della propria cultura personale. La famiglia Obama si è sempre presentata al mondo come un modello di dialogo e di decisioni corali, un esempio di “democrazia domestica” non facile da imitare. E poi, non sia mai che da un'eventuale pagina Facebook di Malia o Sasha possa scappar fuori qualche segreto di Stato…
Vittorio Colombo
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