L'Italia ha vissuto la campagna elettorale più apolitica della storia repubblicana: i partiti non si azzuffano su ideologie contrapposte ma sull'Imu e la riforma Fornero. L'importante è che si affrontino le esigenze del Paese a urne chiuse, e non si rispolverino nel Parlamento le vecchie ideologie del passato che diventano barriere al dialogo.
Roberto Colombo
Che si discuta di fatti anziché d'ideologie è positivo. Non perché le ideologie non servano, ma perché serve metterle al servizio dei fatti. I fatti sono la delusione: sempre annunziati, più che realizzati.
La scommessa è questa: stavolta ci sarà un'inversione di tendenza? A giudicare dal prevedibile astensionismo, si direbbe che la fiducia è scarsa. A giudicare dal probabile voto di protesta, si direbbe il contrario. Che cioè molti italiani pensano sia possibile un ribaltamento di mentalità pur in un Paese ostile a capovolgersi per il suo bene.
Chiunque vinca dovrebbe per prima cosa chiamare a sé chi ha perduto e concordare una piccola e fondamentale serie di riforme strategiche nell'interesse non di una parte, ma di tutte le parti. Poi governerebbe secondo le sue idee, e non importa se sono idee in contrasto a quelle delle minoranze. Quando la democrazia è al collasso, la si guarisce a questo modo. E solo quando è guarita ci si può permettere di fare a meno delle medicine.
È tuttavia nei sogni, neppure nelle speranze, che i dottori che eleggeremo al Parlamento convengano su una tale diagnosi. Fino ad oggi hanno badato più alla salute propria che a quella del malato, sarebbe sorprendente se accadesse l'opposto.
Aspettiamo volentieri la sorpresa, nella consueta sala d'attesa affollata di pazienti.
Max Lodi
Max Lodi
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