Cara provincia
Giovedì 08 Gennaio 2009
Con Facebook ho ritrovato i vecchi amici
Ha oggi il ruolo che un tempo ricoprivano la piazza e le finestre
ho da poco scoperto Facebook, all’inizio ero scettica perché non ne capivo bene il meccanismo. Mi sono lasciata convincere dalla solita collega d’ufficio tecnologicamente un passo avanti rispetto al gruppo. Ho compilato il form e inserito la foto, una serata in cui la tv non prometteva nulla d’interessante e via, in cerca di vecchi amici o degli ex compagni di scuola. Dopo una settimana contavo 30 amici ritrovati con tanto di famiglia, foto dei bambini storie e divertimento. Ho imparato a giocare in gruppo a “Guerra di bande”, “World Ware”, rispondo ai quiz “Che gatto sei”, “Fedele o traditore” e mi sono anche iscritta al club “Per chi ha sempre desiderato vedere Bip Bip strangolato da Wile Coyote”. Ho abbandonato la televisione e mi dedico al nuovo giochino che mi permette di comunicare con le persone che mi interessano. Non c’è mai invadenza, quello che si scrive è divertente e con una sola occhiata posso vedere i messaggi di tutti.
In questi anni in verità avevo chiuso fuori dalla porta la gente, anche quella che non andava rimossa. Viviamo ogni rapporto tra esseri umani con sospetto e non riusciamo più a uscire dalla spirale: “sì mi piacerebbe rivedere quella persona, ma sicuramente avrà da fare”. Così ci allontaniamo sempre di più e alla fine ci si ritrova solo ai funerali. Quest’anno ho trascorso festività diverse, ho rincominciato a frequentare vecchie amicizie, dopo anni sono finalmente uscita per un aperitivo in centro. Poi sono seguite le cene, gli inviti per le vacanze, il cenone di Capodanno con gli amici che sono stati importanti nel mio cammino e avevo dimenticato. Tutto questo grazie a Facebook.
Alessandra Bogli
Gentile Alessandra,
nell’epoca della comunicazione globale l’uomo è sempre più timoroso di affrontare i suoi simili vis-à-vis anche per scambiare due parole davanti a un caffè. Meglio lasciarsi andare al computer, che ci priva dell’imbarazzo di guardare l’interlocutore negli occhi, consentendoci di far sapere i fatti nostri al mondo in pieno relax, con un semplice scatto del mouse. Facebook ha oggi il ruolo che un tempo ricoprivano la piazza e le finestre, quello del cicaleccio e degli appuntamenti da dare al volo, ma in più permette a ognuno di vestirsi di unicità, con una propria bacheca, un balcone virtuale da cui propagandare un’originale way of life. A volte, come lei sottolinea, al freddo inviar cliccando segue una tavolata con impegnativi amarcord, e ciò fa ben sperare affinché l’uomo non sostuisca il sangue nelle vene con dei microchip.
Mario Chiodetti
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