Sta per ricominciare la stagione di prosa al Teatro della Società. Già lo scorso anno, come Qui Lecco Libera, avevamo formulato alcune proposte avendo visto le storture e le disuguaglianze con cui era stato gestito l'accesso agli spettacoli in cartellone: in sostanza, troppi cittadini non poterono usufruire di un'offerta di qualità a causa di “falle” di sistema.
Lo scorso anno una delle maggiori “falle” fu il tempo a disposizione per prenotare gli abbonamenti.Limitato agli orari di lavoro, rendendo così impossibile, o decisamente complicato, l'acquisto (bisognava recarsi fisicamente al botteghino del Teatro). Perché lo scorso anno la disponibilità si esaurì in pochissime ore? Alcuni cittadini erano lì già la sera prima, tanti altri di primissima mattina, cioè molte ore prima dell'apertura. Credeteci, non c'era la “creme” della città, né consiglieri e assessori con relativi partner, tutti questi, gli uni e gli altri, però, immancabilmente, visti in massa agli spettacoli. Avranno mandato qualcuno (almeno si spera) a far la fila in cambio di una mancia. Gioco facile. Ogni persona in fila al botteghino poteva acquistare quattro abbonamenti (a testa). Meglio un acquisto limitato a due abbonamenti a testa
Buona anche la scelta di trovare altri canali a distanza per l'acquisto come da noi proposto lo scorso anno. Peccato però che per la fornitura degli strumenti per rendere operativo il servizio siano stati spesi ben 14.640 Euro, uno spreco di denaro decisamente fuori luogo e, soprattutto, facilmente evitabile.
Qui Lecco Libera
Lecco
Idee condivisibili. A chi scrive è capitato di assistere due anni fa a "La bohème" al Teatro dell'Opera di Budapest, il pomeriggio di Natale. Biglietti di palco alto, panchetta di seconda fila, pagati cinque euro l'uno. Da non credere. Eppure al botteghino erano stupiti della nostra reazione: «E' l'unica cosa buona che ci ha lasciato il socialismo, la cultura è un diritto del popolo». Ma quella è Mitteleuropa.
Vittorio Colombo
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