Tra le riforme istituzionali, di cui la Regione Lombardia sentiva urgentemente la necessità, c'era anche quella di modificare la bandiera.
Con lombarda efficienza, come abbiamo appreso dalla stampa, sono stati approntati alcuni modelli, tra cui operare la scelta. Sarà bitematica, cioè Rosa camuna+Croce di San Giorgio. A sentire i consiglieri lumbard, quasi soddisfatti, si potrebbe fare ancor di meglio: bandiera tritematica, cioè Rosa camuna+Croce di San Giorgio+Biscione visconteo.
Designer come Noorda, Munari e Sambonet saranno surclassati dal designer Renzo Bossi. Quanti milioni costerà sostituire in tutte le forme di comunicazione il nostro bellissimo logo con un'altra porcata, non lo sapremo mai. E chi se ne frega. Comunque la Commissione Affari Istituzionali del Pirellone è al lavoro (!)
Giacomo Valsecchi
Civate
In realtà i bozzetti distribuiti alla stampa e indicati dalla Commissione di saggi (sic) presieduta dal professor Ettore Albertoni sono stati sei. Scherzi a parte, lei ha ragione a lasciare intendere che, nel mare magnum dell'incedere quotidiano, quello della bandiera non sia esattamente la madre di tutte le questioni. Eppure se non ci fosse la stretta della crisi, lo ammetta, non avrebbe neppure fatto caso a quella notiziola. Che, invece, adesso assume la simbologia di un altro piccolo-grande spreco della classe politica.
La Regione Lombardia, in un'ottica italiana, è certamente una delle più virtuose in rapporto alla popolazione e alla ricchezza prodotta. Ma che abbia bisogno di una cura dimagrante, però, è altrettanto vero. Ottanta consiglieri (e una giunta così ampia da non poter essere ricordata a memoria) sono troppi, soprattutto a fronte di uno stipendio equiparato a quello dei parlamentari. E lo si capisce proprio dalla questione della bandiera: fossero in pochi non avrebbero avuto il tempo di discutere per mesi di croci e rose camune. Sarebbe bastato un funzionario con un po' di reminiscenze storiche.
Ernesto Galigani
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