leggo dell'imminente uscita in libreria del nuovo romanzo di Andrea Vitali “Galeotto fu il collier” e non posso che esserne felicissimo, da avido divoratore delle sue storie fin dalla meravigliosa “Finestra vistalago”. Approfitto di questa rubrica per dire un enorme “grazie” ad Andrea Vitali per la carica di buonumore, spensieratezza e gioia che traspare sempre dalle sue pagine, condite della giusta ironia e lepidezza.
Ogni suo nuovo libro è un grande regalo, un leggiadro brindisi con il vin novello, in questi tempi cupi, di drammi esistenziali e tragedie di ogni tipo, di filosofia del dolore e della sofferenza portata all'estremo.
Evviva la commedia, che è il sale della vita, vivano i suoi personaggi un po' furbi un po' minchioni, ma genuini e pieni di un'umanità ruspante di cui si sono perse purtroppo le tracce, nel nostro mondo controllato dalle macchine in cui è disdicevole mostrare ogni forma di sentimento.
Lo scrittore bellanese ci parla direttamente, senza fronzoli e pose intellettualistiche, così la sua prosa arriva diritta al cuore e alle viscere, perché leggendo Vitali spesso di ride di gusto, procurando il piacere che dà un piatto ben cucinato o la vista di una bella donna.
Anselmo Reggiori
Lecco
Caro Reggiori,
Andrea Vitali è uno scrittore “antico”, di quelli attenti all'uomo, ai suoi vizi e alle sue virtù, della razza dei Goldoni, dei Bacchelli, dei Soldati o dei Chiara, capace di raccontare la provincia - dove gli accadimenti sono più succosi - come pochissimi oggi sanno fare.
La sua prosa diretta e scarna, i suoi personaggi scolpiti con poche parole e ancor meno aggettivi - in questo ricorda un po' Georges Simenon - rimangono nella mente a lungo come se li avessimo conosciuti personalmente. Anche nei suoi romanzi c'è una morale, ma l'abilità di Vitali sta nel lasciarne al lettore libera interpretazione.
Vittorio Colombo
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