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Lunedì 28 Dicembre 2009
Riforme/ Dialogo non parte, Franceschini: No a leggi ad personam
Riforme/ Dialogo non parte, Franceschini: No a leggi ad personam Smentita telefonata Berlusconi-Bersani. Idv: Noi non trattiamo
Roma, 28 dic. (Apcom) - Le leggi ad personam continuano a condizionare il dibattito tra maggioranza e opposizione sulle riforme. Il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini ha ribadito ieri con nettezza che l'approvazione anche di una sola legge ad personam sarebbe "inaccettabile" e vorrebbe dire la fine del confronto tra i due poli. Per il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto si tratta di un no pregiudiziale volto a "bloccare qualsiasi riforma", mentre il coordinatore del partito Sandro Bondi, "addolorato" dal no di Franceschini, tiene aperta la porta all'ala del Pd più disponibile: "Daremo fiducia e valore ad ogni posizione volta ad aprire una pagina più positiva nella vita politica italiana". Linea che si ritrova anche tra i più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi: "Il segretario del Pd è Bersani, noi stiamo a quello che dice lui".Proprio da Bersani arriva la smentita di un colloquio telefonico prima di Natale con il premier, notizia riportata da diversi quotidiani: "Non c'è mai stato e di conseguenza anche i contenuti della presunta telefonata", ovvero l'intenzione di non alzare barricate contro il legittimo impedimento, "non esistono". A fine giornata interviene il coordinatore della segreteria del Pd Alessandro Penati: "Per noi sono importanti le riforme istituzionali, così come quelle sociali. Perché si possa andare avanti su questa strada è indispensabile che sotto la parola riforme non venga messo altro. Si discuta in Parlamento dei temi che interessano tutto il Paese e non lo si intasi con proposte che invece interessano sempre la solita persona".Posizione che confligge con quella di Cicchitto: "Il legittimoimpedimento, il cosiddetto processo breve, il lodo Alfano, cosìcome il ritorno all'immunità parlamentare non possono essereconsiderate come leggi ad personam: sono strumenti perdisinnescare l'uso politico della giustizia, molto praticato dal1992 ad oggi". Problema di cui "la maggioranza può farsi carico,auspicabilmente d'intesa con l'opposizione oppure anche da sola".La dichiarazione di Cicchitto dà lo spunto ad Antonio Di Pietroper tagliare corto: "L''Italia dei Valori non negozierà maiperché la legalità in un Paese democratico non è negoziabile.Mai".
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