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Venerdì 11 Dicembre 2009
Omicidio Poggi/ Pm chiede 30 anni per Alberto Stasi
Omicidio Poggi/ Pm chiede 30 anni per Alberto Stasi Accusa e parte civile non sono d'accordo su ora morte
Vigevano (Pavia), 11 dic. (Apcom) - Fra una settimana l'omicidio di Garlasco del 13 agosto 2007 vedrà la sua sentenza, e il pubblico ministero ieri ha chiesto 30 anni per Alberto Stasi, il fidanzato accusato di aver ucciso Chiara Poggi. Ma la pubblica accusa e la parte civile, finora allineate, non sono d'accordo sull'ora della morte della ragazza. Alberto Stasi l'ha uccisa più probabilmente tra le 12.46 (ora di una sua chiamata sul cellulare della ragazza) e le 13.49 (ora della telefonata al 118 per dare l'allarme), ha detto in aula il pubblico ministero Rosa Muscio nella sua requisitoria. Per questo "omicidio volontario aggravato da crudeltà" merita una condanna a 30 anni di reclusione, il massimo della pena prevista con il rito abbreviato, e senza attenuanti generiche. Il killer avrebbe invece colpito tra le 9.10 e le 9.36, ha ribadito nel pomeriggio Gianluigi Tizzoni, legale di parte civile per la famiglia Poggi, prima di chiedere in serata 10 milioni di euro di risarcimento.Oltre due anni di indagini, e in particolare le quattro perizie chieste dal Gup il 30 aprile, non sono dunque servite a fare chiarezza almeno su questo punto. Pm e parte civile sono comunque d'accordo sulla colpevolezza di Stasi, sulla sua presunta messa in scena del ritrovamento del cadavere e sul giudizio relativo alle perizie: si tratta di relazioni che non hanno smontato gli indizi "chiari e inequivocabili", sono parole del pm, contro l'ex bocconiano. La verità, per l'accusa, è quindi che Stasi "ha avuto tutto il tempo per uccidere", lavarsi, cambiarsi, scappare e eliminare gli indumenti sporchi di sangue.Un omicidio aggravato da "crudeltà e sevizie" che impongono di non concedere le attenuanti generiche al suo autore. Sabato la parola passerà all'accusa e fra una settimana, dopo le repliche, inizierà la camera di consiglio dalla quale il Gup uscirà, questa volta, con una sentenza.
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