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Mercoledì 19 Ottobre 2011
Fiat/ Marchionne: lancia Thema e Voyager e conferma target 2012
Fiat/ Marchionne: lancia Thema e Voyager e conferma target 2012 Nuovi modelli Lancia nel segno dell'integrazione con Chrysler
Torino, 19 ott. (TMNews) - "Il 2012 non sarà un grande anno per il mercato europeo dell'auto". Parola di Sergio Marchionne, amministratore della Fiat, che tuttavia non teme per il futuro del Lingotto. Fiat centrerà gli obiettivi che si e' preposta, ha assicurato il manager che oggi a Torino, nell'insolita cornice del Teatro Carignano, ha tenuto a battesimo i nuovi modelli Lancia, Thema e Voyager.Stesso atteggiamento fiducioso sugli obiettivi 2011: "Anche nel 2011 saremo in linea con le aspettative", ha detto, anche se il manager ammette che un mercato dell'auto cosi' depresso non si vedeva da tempo. In Italia, in particolare il mercato, "sta raggiungendo livelli mai visti ultimi 20 anni", ha detto. "E' sceso da 2,450 milioni del 2008 a circa 1,750 milioni, attesi quest'anno".Cifre alla mano la flessione del mercato per Fiat "significa 210.000 auto in meno, pari a uno stabilimento. E' inutile andare a cercare modelli nuovi". Una risposta implicita, all'indomani dei dati non proprio esaltanti archiviati dal Lingotto sulle vendite, a chi critica la strategia Marchionne di tenersi cauto sul lancio di nuovi modelli, in un momento di difficile congiuntura economica.Neanche il downgrade di Fitch, che ha rivisto al ribasso il rating a lungo termine su Fiat a BB da BB+ con outlook negativo, scalfisce Marchionne. "Abbiamo visto che i downgrading sono ben distribuiti in tutti i settori, dalle banche all'industria, e anche in diversi paesi", ha spiegato il manager. "Il livello di incertezza e' molto alto e quindi non mi sorprende per nulla il downgrading". Di piu': il downgrading "non avra' impatto sui rendimenti".E guardando al di la' dell'oceano, verso gli Stati Uniti Marchionne ha ribadito che la fusione Fiat Chrysler, rimane un obiettivo, con tempi e modi tuttavia ancora da vedere. L'unica certezza, ancora ribadita, e' che Marchionne intende "creare una società unica dal punto di vista operativo" e che per ora non intende aprire i cordoni della borsa per portare a casa la quota di Chrysler detenuta da Veba, fondo pensionistico della Uaw. mentre proprio dagli Usa dal 2013 partira' la riscossa dell'Alfa Romeo, i cui nuovi modelli copriranno tutta la gamma.La nuova immagine di Fiat piu' internazionale, piu' americana, ma non meno torinese era palpabile oggi al Teatro Carignano di Torino, dove si e' alzato il sipario sulle nuove nate in casa Lancia. La Thema e il Voyager, entrambe prodotte in Canada, su piattaforma Chrysler, sono state presentate alla stampa proveniente da tutto il mondo dalla squadra internazionale, guidata da Saadi Chehab e da Olivier Francois, rispettivamente il responsabile e l'amministratore delegato della Lancia. La lingua ufficiale era l'inglese questa mattina a Torino, ma non per prendere le distanze dalla città o dal Paese. "Lo dico ancora una volta, non abbiamo nessuna intenzione di lasciare l'Italia", ha replicato a chi interpreta l'uscita da Confindustria, come il preludio ad un ulteriore disimpegno dall'Italia.Di Confindustria non vuole proprio sentirne parlare, Marchionne, neanche nel giorno della lettera di Emma Marcegaglia al 'Corriere della Sera' in cui la leader degli industriali sottolinea tra le righe che senza gli strappi dell'associazione di Viale dell'Astronomia non si sarebbe aperta la strada ai nuovi contratti del Lingotto di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. "Non mi chieda nemmeno di fare un commento sulla ex presidente di Confindustria per quanto riguarda la Fiat", ha tagliato corto.Gelata infine nei confronti dei sindacati firmatari dell'accordo di Mirafiori, che da settembre sollecitano un incontro con Fiat per avere maggiore chiarezza sui modelli che verranno prodotti dalla casa automobilistica nel prossimo futuro, in particolare a Mirafiori. "Mettiamo che li incontri, quale altro piano industriale devo dare piu' di quello che ho gia' dato? I modelli da produrre non li ho indicati neppure al mercato americano e siccome sto gestendo un'azienda globale, perche' devo dare quel tipo di dettaglio ai sindacati italiani quando non lo sto facendo da nessuna altra parte?". Questa e' la prassi, ha sottolineato il manager.
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