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Venerdì 09 Ottobre 2009
Cio/ Pescante vicepresidente: Elezione corona la mia attività
Cio/ Pescante vicepresidente: Elezione corona la mia attività Ex n.1 Coni: "Querelle Roma-Venezia roba da paesotto provinciale"
Roma, 9 ott. (Apcom) - L'elezione alla vicepresidenza del Comitato Olimpico Internazionale rappresenta per Mario Pescante "il coronamento di un'attività premiata da un voto trasversale, non solo europeo, un'attività tesa a proiettare le Olimpiadi più in un ambito di valori che di spettacolo". A dirlo è lo stesso Pescante, 71enne dirigente sportivo di lungo corso, deputato del Popolo della Libertà ed ex presidente del Coni, carica lasciata 11 anni fa in seguito allo scandalo del laboratorio antidoping di Roma. "Le Olimpiadi come segno di pace, come valore del dialogo", ha affermato il vice presidente del Cio in collegamento con Sky Sport 24, "perché molto spesso la diplomazia sportiva è arrivata dove non è arrivata la diplomazia della politica". Pescante nel corso della sua carriera nel mondo dello sport ha guidato la delegazione italiana in ben 12 Olimpiadi ed ha ricoperto la carica di presidente del Coni dal 1993 al 1998, anno in cui si dimise in seguito alla bufera che costrinse a chiudere il laboratorio antidoping romano dell'Acqua Acetosa.Pescante, membro del Cio dal 1994, si è detto rammaricato per le polemiche e per i contenuti del dibattito sulla candidatura italiana alle Olimpiadi del 2020. "No ho letto, ho sofferto quello che accadeva", ha puntualizzato Pescante, ex sottosegretario ai Beni Culturali con delega allo sport: "E' stata data l'immagine di un paesotto provinciale e improvvisatore", ha spiegato Pescante riferendosi alla querelle sulle aspirazioni olimpiche di Roma e Venezia, "ma chi non sa le cose quantomeno si informi. Ho sentito proposte fantasmagoriche, addirittura l'apertura del Colosseo di Roma. Un collega africano mi ha chiesto se ci saranno anche i leoni...".Il nuovo vice presidente del Cio ha quindi chiesto concretezza, ricordando che la scelta della città italiana da candidare alle Olimpiadi spetterà al Coni. "I tempi in cui si sceglie per romanticismo sono finiti", ha detto Pescante, "lo abbiamo visto con Chicago, che non ce l'ha fatta nonostante Michelle e Obama. Ha vinto Rio, la città proposta da un paese in ascesa. La città verrà scelta dal Coni, questo dice la carta olimpica. Questa è una cosa seria. Ciascuno faccia la sua proposta, cui sono le energie per farlo, ma senza baruffe, senza guelfi e ghibellini o nord contro sud. Arriveranno anche i comitati del no, comitati in Italia sempre attivi, come quelli contro la Tav, la Coca Cola o il ponte sullo stretto. Per carità, a volte si dice no anche giustamente, ma serve unità di intenti".
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