(ANSA) - ROMA, 2 MAR - Non si può dire non ci sia stato uneffetto claustrofobia all'88/ma edizione degli Oscar. A portarsia casa due importanti Oscar sono stati, tra gli altri, duelungometraggi ossessivamente fobici come Il figlio di Saul diLászló Nemes (miglior film straniero), dramma in soggettiva diun padre che vorrebbe seppellire il corpo del figlio adAushwitz, e poi 'Room' film di Lenny Abrahamson con Brie Larson(miglior attrice protagonista), tragedia in nove metri quadrati,basato sul bestseller di Emma Donoghue. Il film, in sala dadomani con Universal, racconta di una segregazione conprotagonisti una madre e un figlio chiusi in una stanza-infernocon una sola finestra sul soffitto. Uno scenario difficile dasopportare. Tra favola e thriller si svolge questa storia diprigionia e liberazione di Jack, bambino di cinque anni che nonha mai visto il mondo, non conosce né vento, né pioggia, nésole. Per lui c'è solo la stanza e la sua amata Ma', sua madre,unico essere umano con cui è entrato contatto.
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