BRUXELLES - Procedere all'imposizione di nuove sanzioni alla Russia per fermare la macchina di guerra di Putin, riconoscere lo status di paese candidato dell'Ucraina, e ancora cambiare le regole sul voto all'unanimità per evitare il ripetersi di quanto accaduto con il sesto pacchetto di sanzioni, tenuto ostaggio dell'Ungheria per settimane.
Lo scrive il vice presidente della Commissione affari esteri al Parlamento europeo, Urmas Paet (Renew), in un intervento sul semestrale TerritoriALL, in pubblicazione nei prossimi giorni, a cura del programma studi Espon, specializzato in analisi regionali. A causa di quanto sta accadendo in Ucraina, Paet ritiene che anche nel dopoguerra sarà impossibile "ripristinare le relazioni con la Russia" dell'attuale "regime criminale russo al potere".
In un contesto dominato da un conflitto, come quello in Ucraina, che ha "profonde ricadute" per l'Europa in termini di sicurezza, ma anche "economiche, politiche e psicologiche", l'europarlamentare liberal sottolinea come negli ultimi tre mesi i paesi europei abbiano modificato "i propri atteggiamenti consolidati in decenni", dalla decisione della Germania di "fornire una significativa assistenza militare" a Kiev, a quella storica di Svezia e Finlandia di aderire alla Nato, al "forte sostegno" tra i paesi dell'Ue alle sanzioni contro Mosca.
"Ma quel che è importante è ciò che accadrà ora", scrive ancora l'ex ministro degli Esteri estone, sottolineando la necessità di imporre sanzioni volte a colpire "le esportazioni dell'energia russa" ed "il settore finanziario". Una strada difficile da percorrere, considerata l'opposizione di alcuni Paesi europei a rendere più stringenti le misure restrittive, specie nel settore energetico.
La situazione attuale ha dimostrato "come alcuni Stati membri usino ancora delle tattiche per ritardare e diluire il vitale processo decisionale", osserva Paet, che suggerisce di "dotare l'Ue di un processo decisionale più veloce ed efficace" ricorrendo al "voto a maggioranza qualificata in politica estera in caso di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale".
D'altra parte, per il politico estone Bruxelles dovrebbe definire una "politica energetica coerente" che riduca l'esposizione dell'Ue a paesi terzi per il proprio fabbisogno energetico e porti a termine "le connessioni energetiche tra Stati membri". Aspetti "finora trascurati", è la valutazione di Paet, che punta il dito contro il gasdotto Nord Stream 2, la cui realizzazione è continuata "anche dopo l'occupazione russa della Crimea e l'invasione dell'Ucraina nel 2014" e che avrebbe "aumentato ulteriormente la dipendenza dal gas russo se fosse stato utilizzato".
L'Ue dovrebbe, poi, "continuare a fornire assistenza" militare, economica e politica a Kiev, in particolare riconoscendo all'Ucraina "lo status di paese candidato all'Ue, insieme a Moldavia e Georgia". Guardando al dopoguerra, "la Russia deve cambiare radicalmente - conclude - altrimenti non ci saranno garanzie che gli orrori cui stiamo assistendo non si ripeteranno".
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