Frontex a ANSA, su rimpatri Italia in giusta direzione

Calo arrivi migranti in Italia si conferma, ma preoccupa Libia

BRUXELLES -  "L'Italia, nell'ultimo anno, è stato uno degli Stati membri che ha aumentato le sue attività di rimpatrio, sia in termini di decisioni, che di operazioni". Il Paese si sta muovendo "nella giusta direzione per rafforzare questa politica". Così in un'intervista all'ANSA il direttore di Frontex Fabrice Leggeri. "Le mie preoccupazioni sulla diminuzione delle decisioni per i rimpatri, non riguardano l'Italia", precisa, citando in modo positivo anche la legge Minniti.

 

"La cooperazione di Frontex con l'Italia nel campo dei rimpatri è aumentata: lo scorso anno l'Italia è stata tra i primi tre Stati che hanno usato le attività dell'agenzia Ue per rimpatriare i migranti", ha spiegato Leggeri. "Grazie all'Italia - ha aggiunto - siamo stati capaci anche di organizzare rimpatri verso il Sudan, perché ha una nuova cooperazione con quel Paese".

 

La situazione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l'Italia "è migliorata ed è sotto controllo", ma "non è risolta", ha sottolineato Leggeri, in una conferenza stampa, a Bruxelles. "Gli arrivi sono diminuiti drasticamente da luglio e dall'estate 2017, e la tendenza" al ribasso "si conferma", con solo 300 sbarchi nelle prime due settimane di febbraio - ha spiegato - ma "ora dobbiamo guardare alla sostenibilità", vista la situazione in Libia.

 

Leggeri ha poi osservato che "nel 2017 sono stati 150mila i migranti rimpatriati dall'Ue. Questo dà la misura di quello che è fattibile. Ho espresso preoccupazione per il calo di decisioni sui rimpatri nell'Ue, che sono stati inferiori rispetto all'anno prima. Ma se c'è la volontà di allocare maggiori risorse e finanziamenti - ha aggiunto - la situazione può essere migliorata al livello europeo".

 

Frontex ha inoltre rafforzato l'attività di controllo, nelle sue operazioni, per evitare il rientro dei  foreign fighter in Europa attraverso il flusso dei migranti. E' stato fatto anche con l'operazione Themis, nel Mediterraneo  centrale, anche alla luce di sbarchi di piccoli gruppi in arrivo da Tunisia e Algeria, verso le coste di Sardegna e Italia  meridionale, in precedenza sfuggiti alle maglie dei controlli. Quello del rientro dei foreign fighter "è un rischio", spiega il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri all'ANSA, "non ci sono casi documentati".

 

In particolare, sono stati osservati "piccoli gruppi di migranti in arrivo dalla Tunisia e dall'Algeria verso Sardegna e  l'Italia del sud. Per questo abbiamo aumentato la capacita' di  intercettazione, accrescendo la consapevolezza su questo possibile rischio". Secondo dati di intelligence, citati da Frontex, sono circa 5000 i foreign fighter andati a combattere nei teatri di crisi. Circa il 30% di questi sono tornati in Ue o ci hanno provato.

 

 

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