BRUXELLES - "Se tutti gli Stati membri non dimostreranno il maggior margine di flessibilità possibile, sarà impossibile trovare la quadratura del cerchio" sul bilancio dell'Unione europea 2021-2027, perché "dopo l'uscita della Gran Bretagna, se non facciamo dei tagli non basterà l'1,14% del Pil europeo, dovremo arrivare all'1,2 o 1,3%". Questo il monito lanciato dal commissario Ue al bilancio, Gunther Oettinger, che ha chiuso il dibattito fra i ministri agli affari europei dei 27 sul bilancio comunitario post 2020.
Mentre il Parlamento europeo voterà fra domani la propria posizione, gli Stati membri sono ancora lontani dal trovare una posizione comune in vista dei negoziati che Commissione ed Eurocamera vorrebbero chiudere entro le elezioni europee di maggio 2019. Una scadenza che sembra sempre più difficile da rispettare, tanto che richiami a concentrarsi sul contenuto del bilancio, piuttosto che sulla sua rapida approvazione, sono arrivati da più parti durante il dibattito, dalla Francia ai Paesi Bassi. Facendo seguito alla discussione odierna, la presidenza di turno austriaca preparerà un documento per fare il punto sui negoziati in vista del Consiglio europeo del 13-14 dicembre, quando la discussione sarà affrontata dai capi di stato e di governo.
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