Sport / Lecco città
Sabato 10 Giugno 2017
«Vogliamo costruire
una società seria»
La prima intervista di Emanuele Riboldi, ex Seregno, nelle vesti di direttore generale del Lecco - «Per vincere i campionati non bastano i soldi, serve una struttura ben organizzata: quello che intendiamo fare»
Il Lecco ha un presidente, Paolo Di Nunno, un allenatore Alessio Delpiano, un direttore sportivo Erminio Gizzarelli, e, da ieri, anche un direttore generale: Emanuele Riboldi, milanese, 31 anni, laureato in scienze motorie e dello sport, laurea magistrale e master.
Ha iniziato la sua esperienza come preparatore atletico, ma è a Sesto quando la Pro Sesto era in C, che ha fatto i primi passi nel professionismo. Quindi è approdato in altre società anche come responsabile del settore giovanile. Tre anni e mezzo fa, con presidente Paolo Di Nunno, ha ricoperto il ruolo di direttore generale e sportivo del Seregno. Ora il rilancio in grande stile. Di Nunno gli ha “tolto” la bacchetta di direttore d’orchestra del mercato, dandola a Erminio Gizzarelli, ma lo ha voluto accanto a sé come uomo di fiducia per la direzione della nuova società bluceleste.
La prima domanda che gli rivolgiamo è la più scottante: perché non ha vinto, finora, Di Nunno, pur investendo moltissimi soldi? La risposta fa ben sperare: «La bacchetta magica non ce l’ho. Sicuramente sono stati commessi degli errori. Per vincere i campionati sono tante le componenti da far combaciare, ma spesso è difficile metterle tutte insieme. Poi è molto difficile vincere e i soldi centrano, ma fino a un certo punto. Bastasse spendere per ottenere i risultati…». Soldi sì, ma solo se spesi bene. «La struttura società deve essere ampia e ben organizzata - spiega Riboldi – ci deve essere unione d’intenti da parte di tutti; bisogna scegliere i giocatori giusti non solo dal punto di vista tecnico ma soprattutto dal lato umano; bisogna saper mantenere gli equilibri, tener salde razionalità e lucidità nella sconfitta».
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