Sci / Sondrio e cintura
Lunedì 30 Dicembre 2024
Sci, originario di Sondrio il mental coach
di Casse: «La forza mentale
in pista fa la differenza»
«La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni». Sono in molti a concordare con le parole di Rafael Nadal, grande campione di tennis. L’allenamento fisico, tecnico, tattico e magari anche una certa dose di talento, sono sicuramente importanti in una prestazione sportiva, ma senza la “forza mentale” giusta è difficile fare la differenza. Anche il mondo sportivo da qualche anno si affida al mental coach, una figura professionale appartenente alla branca della psicologia dello sport che si prefigge di aiutare gli atleti a superare le barriere mentali che possono impedire il raggiungimento del loro potenziale.
Il “guru” mentale del numero uno attuale della velocità azzurra Mattia Casse è proprio un valtellinese, Massimiliano Spini 50 anni, sondriese, ultra runner, emigrato a Milano a 25 anni con il progetto di sfondare nel mondo della sicurezza informatica, ma poi dirottato sulla formazione, del coaching e della Programmazione neurolinguistica, sino ad aprire da qualche mese a Cipro la sua ditta. «Seguo Mattia Casse da tre stagioni, da quando era in fase di riabilitazione dopo l’infortunio al ginocchio patito nel marzo 2022. La stagione successiva seguito da un team e materiali totalmente nuovi, arrivò il suo primo podio in coppa del mondo seguito da altre due “top 3”. La stagione scorsa Mattia ebbe una stagione di transizione sino ad arrivare all’apoteosi, quel successo del 20 dicembre in Val Gardena all’età di 34 anni».
L’elemento mentale che più caratterizza Mattia? «Direi il coraggio, il fatto della scelta di stravolgere dall’oggi al domani la sua vita sportiva è stata la chiave di volta della sua carriera. Mattia oltre ad avere un cuore d’oro, e le su mille iniziative benefiche lo dimostrano, è un gran lavoratore e finalmente con la vittoria della Val Gardena è uscito il suo vero potenziale ancora inespresso».
Forte del successo gardenese Casse si è presentato al cancelletto di partenza della Stelvio con pressioni inevitabilmente maggiori. Come gestire questo fardello? «Ci siamo incontrati per un paio d’ore venerdì sera alla vigilia della gara di discesa, nel clou delle polemiche francesi riferite al grave infortunio di Sarazzin, con la Stelvio messa sotto la lente di ingrandimento in fatto di sicurezza. La parola d’ordine è stata focalizzarsi esclusivamente sulla prestazione sportiva. Esiste la prestazione perfetta dall’avvio alla fine. Via tutti gli altri pensieri, alleggerire la testa e centrare un solo sol focus, quei due minuti di discesa adrenalinica fidandosi assolutamente sul suo istinto che l’ha già portato al top».
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