Travalica i confini della Valchiavenna, quest’anno, l’attività di “reclutamento” dei piccoli hockeysti da parte dell’Unione sportiva Chiavennese Alps Eagles.
Con un “Progetto scuola”, attualmente in corso e suscettibile di implementazioni, che coinvolge in primis le scolaresche della Bassa Valtellina, a partire dai territori contigui, se non confinanti con la Valchiavenna. Operativo, su questo progetto, è Fabrizio Zandona’, aiuto allenatore di Roman Simunek, il coach dell’Unione sportiva Chiavennese Alps Eagles, e difensore di punta della prima squadra del Chiavenna, che, insieme ad Alessandro Del Fedele, difensore dell’under 16, ha già iniziato quest’attività di avvicinamento all’hockey nelle scuole primarie di Dubino e di Delebio come da programma concordato con Marcella Fascendini, referente del settore scuola delle giovanili di hockey.
«Siamo già stati a Dubino e a Delebio - dice Fabrizio Zandona’ -. A Dubino abbiamo lavorato con i bimbi di tutte le classi, insieme, anche perché non erano tantissimi, mentre, a Delebio, ci siamo organizzati su tre giornate, due delle quali giù terminate. Qui la primaria è più grossa e comprende anche i bambini di Andalo e Rogolo per cui occorre dedicare più tempo. Quel che è certo è tutti ci hanno accolti benissimo. Ben oltre le nostre aspettative».
La proposta è stata illustrata al pomeriggio, convocando in palestra gli studenti, mostrando loro un video di presentazione della società hockeystica, Us Chiavennese Alps Eagles, poi un video che mostra i ragazzi sul campo di gara «cui fa seguito una dimostrazione pratica - dice Zandonaì - e qui viene il bello perché i bambini sono entusiasti di poter vestire i panni dei piccoli hockeysti e di poter imbracciare la stecca. Ovvio, non possono indossare i pattini, cosa che potranno fare quando saliranno al palaghiaccio con la scuola per una prova pratica in pista. Solo allora, toccando con mano il campo di gara, potranno capire se intraprendere o meno questo percorso».
Per ora l’interesse c’è ed è alto soprattutto fra le bambine. «Con mio stesso stupore ho scoperto essere le più intrigate dall’hockey», dice Zandona’ che tiene a sottolineare anche la sicurezza di questo sport «perché siamo talmente protetti che è molto difficile farsi male - dice - fra parastinchi, paragomiti, pantaloni, corpetto, paraspalle, casco con paracollo e guanti. É un messaggio che veicoliamo costantemente»
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