Sport / Sondrio e cintura
Giovedì 30 Maggio 2019
Sondrio, dal bar Piero destinazione passo: «Che giornata al Giro»
Passione senza confini. Undici appassionati sono partiti dal capoluogo anche con bici assistite per il Mortirolo. È nato un gemellaggio con toscani, colombiani, statunitensi, ecuadoregni all’insegna di vino, pane e formaggio
Non solo il Gavia si è negato al passaggio della 16a tappa del Giro d’Italia, ma anche il Mortirolo ce l’ha messa tutta per scoraggiare gli appassionati di ciclismo a salire lassù. Ma la valtellinesità non ha “disertato”, pur di assistere in diretta al passaggio dei girini, ma anche, forte è il sospetto, per scalare in bici (magari assistita) quelle rampe, in una sorta di emulazione-sfida non tanto ai corridori, quanto all’età che si porta nelle gambe (ma non nel cuore).
Comunque invasione c’è stata e da Sondrio, tra i mille rivoli che sono saliti lassù, anche gli “undici” del bar Piero di piazza Campello, tutti in macchina tranne Mileo (Mirko) Paganoni in “assistita”. Donato Ruttico, tra loro, ha portato un po’ di Sassi Solivi (vino da lui prodotto, di Triasso) per illuminare l’imbronciato valico e per non farli sentire soli, ha accompagnato anche un po’ di cose buone da masticare: «Siamo partiti alle otto di stamattina e siamo accampati a 100 metri dal passo, vicino al laghetto. C’è tanta gente, altra ancora ne sta arrivando - raccontavano alle 11,30 di ieri -, abbiamo trovato parcheggio per fortuna. Abbiamo conosciuto dei toscani di Siena e colombiani di Medellin, ed è scattato il gemellaggio con qualche “interscambio” all’insegna di vino, pane, formaggio, salumi».
«Noi siamo appassionati del ciclismo, i passaggi al Mortirolo non ce li perdiamo mai. La temperatura almeno non è fredda, anche se pioviggina…intanto griglia, panini, polenta e gemellaggio funzionano».
In sottofondo alla voce di Ruttico giungeva un «Vamos a ganar Carapaz» (che manco a farla apposta festeggia oggi il suo 26° compleanno), un incoraggiamento al leader. Ecco i “girini” del bar Piero: Athos Dell’Acqua, Sergio Gatti, Alberto Buzzetti, Dante Credaro, Angelo Giana, Mario Togninalli detto Toldo, Carlo Sertorelli, Federico Pilliego, Mileo Paganoni, che dalla bicicletta con la quale è salito al passo spiegava: «Sono partito alle 10 stamane, ho fatto il Santa Cristina per venire qui e sono passato in un nevaio, poi Guspessa, tanta neve, la bicicletta affondava (una e-bike). Ci divertiamo col nostro gemellaggio, che si è “allargato” anche a Usa ed Ecuador».
Ombrelli aperti, asfalto bagnato, il Mortirolo ha emozionato anche stavolta. Una salita infinita (l’ha definita Alberto Contador che pure le dà del “tu”), il tifo di tutti per questi ragazzi sfilacciati lungo i 12 km con una pendenza media del 10,8% (pensate che incubi fuori dalla media), ma anche stavolta la scalata è rimasta nel cuore, pur in mezzo alle tenebre ha infiammato il Giro e divertito il pubblico.
Il “dulcis in fundo” di Federico Pilliego: «Una tappa bagnata ed eroica, come ai tempi di Coppi e Bartali. Acqua a dismisura e nuvole, nebbia bassa, ma siamo riusciti a vederli passare questi ragazzi. Un elogio grandissimo per una situazione proibitiva, ma la passione è stata il motore di tutti, per noi e per loro. Per quanto riguarda la “goliardia” della trasferta, l’acqua ha contrastato la fiamma e la griglia ne ha sofferto, ma il vino, almeno quello, è andato a…“ettolitri”».
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