Sport / Lecco città
Lunedì 31 Maggio 2021
«Sfumata l’Olimpiade
ora punto sul Mondiale»
Intervista con il campione lecchese Alessandro Gnecchi.
No, non hai sbagliato orario - sorride -, è che dopo mi devo allenare qui a Mantova e rischiavi d’intervistarmi in acqua». Riecco un Alessandro Gnecchi ritemprato dopo le ultime gare, anche se con quel filo di amarezza che lo accompagna.
La sua città adottiva (quella virgiliana, appunto) lo accoglie per nuove pagaiate azzurre e lo sostiene. «Anche se credo che a meno di ripescaggi, miracoli - spiega - e risultati straordinari dei miei compagni, non andrò all’Olimpiade. Ma credo adesso di dover concentrare piuttosto la mia attenzione su quello che verrà. Da qui a settembre».
Insomma il discorso è chiaro per Ale: «Non si vive di sola Olimpiade» , esistono pure altri obiettivi di grande prestigio. Per esempio... Diventare un eroe “vero e proprio”. Uno di quelli che - insieme ad amici e colleghi - riesce persino a salvare vite umane. Sofferte e fragili; così lontane dalla propria: solida, come quella di un campione dello sport che sa dove vuole arrivare. Insomma, Ale se da un lato sembra ormai m rinunciare definitivamente a Tokyo 2020, dall’altro “ si consola”, confermandosi canoista di punta della velocità azzurra, e proiettandosi verso il Mondiale.
«Ci sono altre gare in programma - ripete -, alcune di un livello altissimo che potrebbero davvero dare un senso a una stagione intera. Settimana prossima sarò ai campionati europei di Colonia, dove gareggerò nel K1 500, la stessa gara che ho corso a Szeged in Ungheria, dove a detta di molti avrei potuto ottenere molto di più che il quinto posto finale. Mi ha lasciato molta amarezza la mancata medaglia, dovuta più che altro a un cambio repentino di condizioni climatiche che hanno finito col penalizzare proprio le corsie dove c’eravamo noi coi migliori tempi di qualifica. C’è stato un vento laterale che mi penalizzato, ma sono comunque arrivato a meno di 1” dall’oro e questo lascia ben sperare».
Ma adesso è il caso di guardare avanti, anche perché la stagione propone soprattutto a settembre, il campionato del mondo. «Cercherò di arrivare lì nella migliore condizione possibile - continua il giovane campione - per staccare un risultato importante». Di quelli che valgono una carriera.
Eppoi ci sono gli eroismi; come quelli sul Mincio. Lì il gruppo in allenamento, mentre pagaiava nell’ennesimo allungo, ha salvato un ragazzo i 24 anni. Il gruppo in questione non era certo quello di canoisti della domenica, ma il gruppo-velocità della Nazionale al completo. Con Ale Gnecchi che racconta: «Stavamo pagaiando quando, in lontananza, su uno dei ponti fra quei laghi che contornano Mantova, abbiamo visto un ragazzo in piedi, che si stava per tuffare. La cosa ci è sembrata inopportuna visto il clima ancora freddo; poi il ragazzo si è lanciato ed è finito subito in difficoltà fra i flutti. Noi abbiamo aumentato il ritmo di pagaiata, lo abbiamo raggiunto e circondato; poi lo abbiamo obbligato ad aggrapparsi ai nostri remi, prima di trarlo fuori dall’acqua. Lui stava per annegare e voleva proprio andarsene. Noi in quei momenti abbiamo cercato di fare anche opera di convincimento, mentre gli giravamo attorno. Ma alla fine si vedeva che questo ragazzo aveva dei seri problemi mentali. Sì, lui adduceva come motivo la mancanza di lavoro ma si vedeva che oltre a quello c’era un problema di tipo mentale. Più profondo. Per me? È stata un’esperienza davvero toccante e formativa. L’emozione mia e dei miei compagni per esserci stati, è stata grande».
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