Sport / Tirano e Alta valle
Mercoledì 09 Febbraio 2022
Regina Arianna spara a zero
Dure parole dopo la vittoria: «In Italia non ero al sicuro, hanno fatto di tutto per non farci venire qui»
Dalle lacrime di gioia sul ghiaccio per una vittoria stratosferica col suo secondo oro olimpico, alle lacrime di rabbia scese sul volto durante la cerimonia della consegna della medaglia.
E’ un turbinio di emozioni che la campionessa olimpica Arianna Fontana, al centro dell’attenzione mediatica internazionale non solo per le sue gesta sportive da record di gara in gara, ma anche per la polemica nei confronti della Federghiaccio, ha esternato durante la conferenza stampa post gara.
Un “déja-vu” per la Fontana che già a fine Giochi di Vancouver 2010 e anche a Sochi 2018, con le medaglie al collo aveva esternato le sue opinioni al nei confronti della Fisg. Il motivo del disaccordo è semplice: la scelta della campionessa valtellinese di farsi allenare da Anthony Lobello, suo marito, non è piaciuta all’organo sportivo e da quel momento è nato un attrito ancora non pienamente saldato. Una “frizione” che ha portato il Team Fontana/Lobello a trasferirsi l’anno scorso ad allenarsi a Budapest con la Nazionale ungherese per poi tornare ad allenarsi a inizio circuito di Coppa del mondo nel mese di ottobre, tra le fila della Nazionale azzurra. Nel frattempo il cambio al vertice tecnico della Nazionale, con l’abbandono del canadese Blackbuorn che godeva la piena fiducia della Fontana e il ritorno alla balaustra dell’ex tecnico azzurro anch’esso canadese, Kenan Gouadec, non stimatissimo da Arianna. Rapporti all’interno del gruppo azzurro, mai idilliaci per la Fontana - ad esclusione di Cinthya Mascitto, ndr - che non può dire di vivere in un gruppo di amici o amiche con i quali condividere anche del tempo libero. Lo testimonia il fatto degli spogliatoi separati durante i raduni azzurri federali.
Sono dieci le medaglie infilate al collo, ma dietro il trionfo c’è una sofferenza profonda, un’amara verità (la sua) che non ha taciuto: «Io e il mio allenatore abbiamo dovuto superare molte cose, situazioni difficili – le parole di Fontana - . C’erano persone che non ci volevano qui, adesso. Nella prima stagione dopo PyeongChang 2018 ci sono stati atleti maschi che mi bersagliavano sul ghiaccio, facendomi cadere e provando ad attaccarmi ogni volta che ne avevano l’occasione. Non era sicuro per me in quel momento allenarmi con il team in Italia. Questo è uno dei motivi per cui me ne era andata in Ungheria. Non ci hanno aiutato, anzi. Però ce l’abbiamo fatta. La decisione di avere mio marito come allenatore ma è stata la migliore scelta, perché oggi sono qui a festeggiare un altro oro». Pugno alzato verso il cielo. Tutta la rabbia e la grinta di Arianna Fontana sul podio più alto dei Giochi in Cina.
Il prossimo appuntamento è Milano-Cortina 2026. O forse no, per Arianna Fontana è solo una data, non un appuntamento sportivo da onorare con l’ennesima impresa della carriera. Lo dice a chiare lettere, non vuole più ombre su di sé: «Per Milano-Cortina dovranno cambiare tante cose - ha rivelato dopo la premiazione - . Se non cambieranno, mi vedrete in un’altra veste. Non rimetto me, il mio allenatore e la mia famiglia nella situazione in cui siamo già stati».
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