Rally, Colombini lascia: «Troppi incompetenti e promesse disattese»

Il patron e altri tre organizzatori si sfilano dal Coppa Valtellina: «Tra le note dolenti i commissari di percorso e i fondi di enti mai arrivati».

Il Coppa Valtellina appena conclusosi ha distribuito premi “complementari” ai protagonisti dell’appuntamento. Nicholas Cianfanelli e Morgan Polonioli hanno vinto il Trofeo Costiera dei Cech. Miglior U25 è stato Riccardo Pederzani che si è aggiudicato il Memorial Massimo Donati.

Il premio in ricordo di Fabrizio Dordi, assegnato al primo assoluto, è stato di Guerra e Salinetti. Il 4° Memorial Marina Bombardieri è andato a Sara Micheletti, prima donna pilota. Alla diciannovenne Jessica Andreoli, più giovane navigatrice all’arrivo, è andato il premio Ufficio Service (un buono da 100 euro utilizzabile presso Lario Kart). Il 3° Orazio Tridella è stato vinto da Simone Patt ed Ettore Filippini, primi di N2. A Luca Rossetti e “Zizzo” Franzi, primi sulle due PS Monastero, il Trofeo Renato Marchionni. Nelle storiche poi, i vincitori Ermanno Sordi e Claudio Biglieri hanno anche alzato la coppa del Memorial Giulio Oberti.

Danilo Colombini, il patron della Psr, ha reso le briglie del Coppa all’Aci Sondrio proprietaria della corsa: il giochino s’è rotto. Molto amaro, Colombini analizza i tre punti traballanti della faccenda. La squadra. Si sfalda, molto coinvolta ma in fase di smantellamento. La competenza di diverse persone: tutta da verificare. L’aspetto economico che “piange” di promesse senza l’aggettivo “rispettate”.

«La squadra ha lavorato benissimo ancora una volta - inizia Colombini -, il lavoro di gruppo ha sopperito a eventuali assenze e lo sforzo ha portato risultati. Ma quattro di noi “mollano”: io per primo, poi Chiara Tripiciano, Andrea Capelli e Pepo Nisi, per motivi personali di ciascuno, ma molliamo». I commissari di percorso, altra doglianza. Senza di loro non si possono correre rally, ma «vogliono essere pagati quasi di più di un direttore di gara, ma con una incompetenza media allucinante - sottolinea Colombini -. Ti dicono “veniamo in 15” e il giorno prima della gara sono in 5, con tutta una serie di comportamenti infantili, poco professionali, incompetenti anche su cose basilari, specie se arrivano da fuori a gestire in casa tua senza conoscerla. Abbiamo provato a crearne anche a livello provinciale, facendo corsi, ma ne sono rimasti 7/8 coi quali parlare di passione, in alcuni casi, non è più possibile. Lievitano a dismisura i costi; il Coppa Valtellina è patrimonio di tutti e tutti dovrebbero fare la loro parte come la fa il comitato organizzatore, come lo fa Aci o come lo fa ogni pilota che paga la tassa di iscrizione per gareggiare. Questo dà da pensare: probabilmente abbiamo sbagliato in questi anni a dare anima e corpo e rimettendoci pure».

«Terzo - conclude -, non meno importante, l’aspetto economico. È successo l’anno scorso: promesse di sponsorizzazioni di enti e sindaci che non sono arrivate. Un sindaco per due anni di fila mi ha promesso fondi, ma se l’è cavata con due “se me lo dicevi prima” al momento di erogare e, se mi devo vergognare a girare per i parchi assistenza, o per la valle, perché non riesco a pagare i commissari. piuttosto che la Croce rossa, allora no: non ci sto».

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