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Mercoledì 16 Aprile 2025
Presunte offese all’arbitro, il Sondrio fa ricorso contro la maxi multa: «Non è andata così»
Sondrio
Il Sondrio presenterà ricorso contro l’ammenda di 1200 euro comminata alla società biancazzurra dal giudice sportivo di serie D dopo quanto sarebbe accaduto al termine della sfida proprio tra il Sondrio e la Pro Palazzolo disputata domenica alla Castellina.
La maxi sanzione pecuniaria si basa sul referto arbitrale del signor Leonardo Leorsini che ha accusato il Sondrio per i seguenti fatti: «Per avere, al termine della gara, persona non identificata ma chiaramente riconducibile alla società, stretto con forza la mano del direttore di gara e rivolgendogli espressioni irriguardose, offensive e gesti irridenti, che reiterava più volte a distanza ravvicinata. Per indebita presenza nello spazio antistante lo spogliatoio di persone non autorizzate né identificate».
Proprio l’ammenda è stata ritenuta dal Sondrio, come riportato in un comunicato stampa, «non commisurata a quanto realmente verificatosi, anche perché collegata a una motivazione che il club considera assolutamente non corrispondente a quanto accaduto, come sono pronti a confermare il personale sanitario e delle forze dell’ordine presenti al termine dell’incontro nella zona degli spogliatoi».
A entrare ancora più nel dettaglio, per “smontare” la ricostruzione dei fatti dell’arbitro Leonardo Leorsini che ha portato alla maxi ammenda nei confronti del Sondrio è il direttore sportivo Christian Salvadori: «Mi vedo costretto a replicare, perché oltre al danno, la beffa non la possiamo e non la dobbiamo permettere a tutela personale della società e soprattutto ad onore di verità - ha esordito il dirigente biancazzurro -. Specialmente per chi come noi fa del fair play, della lealtà e della sportività un mantra, riconosciuto da tutti. Nulla di quello che è stato refertato è successo, e questo ci indigna profondamente e ci lascia purtroppo sensazioni brutte. Il senso d’impotenza al cospetto di una ricostruzione totalmente non veritiera, fa passare la voglia di credere alla buona fede».
Nessuna stretta di mano e nessun insulto, dunque, ma una civile protesta dopo quanto accaduto in campo, così sono andate le cose secondo sempre secondo Christian Salvadori: «Nessuna stretta di mano vemente e nessuna delle parole riportate rappresenta l’accaduto. E questo ferisce profondamente - ha incalzato proprio il ds -. Non ho problemi a dire che dopo un arbitraggio che, ripeto, è sotto gli occhi di tutti, avvicinandomi, ho semplicemente chiesto con educazione il perché di così poca uniformità di giudizio. Aggiungendo che non avevo apprezzato l’atteggiamento tenuto dal nostro vantaggio, fino al termine della partita, ricca di episodi controversi per usare un eufemismo. A corollario di tutto questo, visto che si tratta di non più di 10 secondi, ci sono le testimonianze delle forze dell’ordine presenti e del medico sociale. Non è accettabile far passare un messaggio privo di ogni fondamento».
Per questo, è stato naturale per il Sondrio presentare ricorso contro l’ammenda subita: «Forse siamo sempre troppo civili, educati e sportivi ed è più facile attaccare questo tipo di realtà, rispetto ad altre piazze calde dove la pressione si fa sentire - ha concluso Salvadori -. Ma non possiamo accettare questa ricostruzione dei fatti, e come detto questa volta andremo fino in fondo potendo contare su testimonianze di pubblici ufficiali presenti nel momento, oltre che del medico sociale».
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