Sport / Sondrio e cintura
Mercoledì 16 Ottobre 2013
Peroni sempre più in alto
È tra i migliori al mondo
Il grosino oltre ogni previsione alla Sei Giorni Internazionale
«Non è stato facile: questa è una gara davvero massacrante»
Alla Sei Giorni internazionale di Enduro che si è svolta in Sardegna, al via c’era anche il pilota valtellinese Riccardo Peroni che a conclusione di una stagione brillante partecipa anche a quella che è considerata l’Olimpiade del motociclismo fuoristrada.
Peroni pur di gareggiare questo evento importante non si è lasciato scappare l’occasione di passare in “prestito” al Moto Club Cassano Magnago con cui è stato schierato al cancelletto di partenza assieme ad Alessandro Corradin (Honda e Marco Martinelli (Ktm).
Con i nuovi compagni il grosino ha gareggiato sei giorni gomito a gomito portando al traguardo un positivo 10° posto su 139 squadre al via e un altrettanto fantastico 17° di classe C1 che si è tradotto nel 38° posto assoluto in una gara che ha visto ben 414 piloti al via di quello che resta l’evento più importante del fuoristrada mondiale. In alcune tappe (anche di 220 km) Riccardo Peroni è riuscito a ottenere dei risultati che nemmeno nelle più rosee previsioni si potevano immaginare: entrare tra i migliori 25 specialisti del Mondiale. Un risultato che ha ulteriormente caricato il pilota della Husqvarna che lasciata nell’officina di Grosio la sua 310 ha deciso saggiamente di schierarsi al via con una più gestibile 250/4T.
«Non è stato facile perché la Six Day è una gara massacrante, devi essere perfetto per una settimana intera - racconta Peroni -. Non ci sono scuse di stanchezza o mal di schiena: devi sempre andare al massimo perché qui gli avversari non perdona niente. Ho potuto fare questo risultato anche per l’appoggio ottenuto dal Team di Fabrizio Azzalini che altro non è che il team ufficiale di Husqvarna Ch Racing, un gruppo che ha lavorato perfettamente. Ho instaurato un rapporto di grande e reciproca amicizia con il mio meccanico Stefano Censini, il “Chenz”. Lo voglio ringraziare perché è stato fondamentale in questa grande esperienza olimpica che è la Sei Giorni. Censini prima di farmi portare a fine giornata la moto al parco chiuso dove non si poteva più toccare fino alla partenza della mattina successiva faceva velocemente una ceck up alla Husqvarna suggerendomi cosa si doveva fare. E poi c’è papà Gianni - ancora il pilota grosino - che è stato il mio uomo ombra, un vero portatore di acqua. Lui sarà stato soddisfatto di me, ma anch’io devo solo dirgli grazie, un grazie di cuore che personalmente non gli ho mai detto, ma che voglio fare ora tramite il nostro giornale. E grazie anche al gruppo Green Pistons».
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