Sport / Lecco città
Venerdì 26 Ottobre 2018
Malgrati pensa al Savona:
«Virdis, osservato speciale»
Il difensore centrale bluceleste è in gran forma - L’attaccante dei liguri, un figlio d’arte, sarà il pericolo numero uno: «Con lui non si possono commettere errori»
Non lo vedi, non lo senti, ma lui c’è. È uno di quei giocatori poco appariscenti ma dei quali non puoi fare a meno. Se manca te ne accorgi perché gli avversari fanno meno fatica a farti gol… Insomma, il capitano Andrea Malgrati, lecchese “doc”, da quando è entrato in forma sta dirigendo la difesa bluceleste come un’orchestra intonata. Nessuna “stecca”, tanta musica d’insieme e anche qualche nota acutissima (come quelle di Carboni). Un bel viatico verso Savona: «Non so se sia la condizione fisica che ho messo un po’ a ritrovare, o di più l’affiatamento, il capire un po’ meglio i compagni, il tipo di gioco, l’apporto che posso dare…. So solo che fare subito benissimo è difficile per chiunque. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo, e devo ammettere che contro la Folgore Caratese ho disputato forse la mia miglior partita di questa stagione».
Già nel dimenticatoio, poi, come insegna mister Gaburro. Benissimo aver vinto, ma la Folgore è già il passato. Ora c’è il Savona. Con un tale Francesco Virdis (figlio del grandissimo Pietro Paolo), che davanti ha una media di più di un gol a partita (7 gol in sei gare, uno ogni 71 minuti). Malgrati però non si scompone: «Per cui dovremo stare attenti e commettere meno errori possibili, tutto qui – recita il capitano -. Noi abbiamo preso finora cinque gol in sei partite e anche quando vinciamo mi dà sempre fastidio il gol preso. Non abbiamo mai rischiato né preso gol domenica, per cui va bene così. Ma dobbiamo sempre tenere un focus speciale sui problemi che ci possono essere e Virdis è di sicuro uno di questi. Cercare di capire come sistemare poi anche le piccole sbavature è il nostro compito. I gol presi tutti su calcio fermo, per esempio: non era diventata una malattia o un problema, ma di sicuro dava fastidio. Domenica l’abbiamo evitato».
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