Luna Rossa, il bellanese Borlenghi
a Barcellona come fotografo ufficiale

Il professionista ha seguito ben undici campagne dell’America’s Cup ed è ancora in pista, con la sua inseparabile macchina fotografica, per immortalare le “barche volanti” del nuovo millennio

Carlo Borlenghi, giovane fotografo di Bellano all’alba del 1983, non se lo sarebbe mai immaginato che la sua vita stesse per cambiare in un battibaleno. Galeotto fu, a 26 anni, quel biglietto aereo per Newport, come freelance, al seguito della Coppa America di vela e di quello che sarebbe diventato il mito di “Azzurra”. Sì, perché, ai giorni nostri, Carlo di campagne dell’America’s Cup, compresa l’attuale, ne ha seguite, come fotografo ufficiale di vari team, ben tredici. Ed è ancora lì a Barcellona fotografo del team Prada Pirelli di Luna Rossa con la sua inseparabile macchina fotografica a immortalare le “barche volanti” del nuovo millennio. Sorride Carlo ripensando al suo “esordio” in Coppa. Oggi di anni ne ha 68 e, possiamo dirlo, ne ha viste e immortalate di tutti i colori nel mondo della vela: «Avevo sentito alla radio della sfida italiana di Azzurra – racconta – e visto che avevo cominciato sul lago a fare foto di vela decisi di andare in America quasi per scommessa. Le mie foto piacquero ad alcuni sponsor del team italiano e trovai subito lavoro. Da li, nell’87, mi ingaggio il team di “Italia”; poi le campagne con il “Moro di Venezia”, “Luna Rossa”, “Alinghi” e il ritorno con Prada qui a Barcellona».

In quarant’anni di “click” in Coppa Borlenghi ha immortalato l’evoluzione della formula uno di questo sport dovendosi di volta in volta adeguare alle varie situazioni. «Posso dire di aver vissuto quasi quattro generazioni di barche; dai vari monoscafi, ai catamarani ed ora a queste barche volanti. Non mi cimento in paragoni che lasciano il tempo che trovano: l’evoluzione ci ha portato qui e quindi dobbiamo viverla al meglio. Certo queste barche che, soprattutto in allenamento, viaggiano a 40/50 nodi non sono facili da fotografare. Magari le aspetti in boa con velocità più ridotte e speri in qualche errore per catturare lo “spruzzo” o qualche altra situazione al limite. Una faticaccia ma è sempre un bello spettacolo».

Essendo professionalmente legato a Luna Rossa il fotografo bellanese non può che essere di parte dopo il passaggio in finale degli italiani nella Louis Vuitton Cup: «Certamente, indipendentemente dal mio lavoro, il cuore è per Luna Rossa e spero vivamente che possa vincere anche la finale contro gli inglesi ed affrontare così i kiwi di Team New Zealand. Vedremo, qui a Barcellona le incognite sono tante: dal vento che va e viene, al mare mosso, agli imprevisti e via dicendo. Insomma, ci vuole anche un pizzico di buona sorte, ma sono fiducioso». Oggi Carlo Borlenghi è considerato uno dei fotografi più bravi al mondo in campo nautico e qualcuno lo definisce il “Beken del Lago di Como” (Frank Beken da Cowes sull’Isola di Wight è stato, coni padre, un’icona dei fotografi in campo velico) tanto le sue foto non siano mai banali. «Diciamo – prosegue Carlo – che sono stato fortunato. Ho visto posti meravigliosi e girato il mondo grazie alla vela. Nella vela ho conosciuto poi personaggi incredibili come Raoul Gardini, Ernesto Bertarelli, Patrizio Bertelli, solo per citarne alcuni, dai quali ho imparato molto grazie alla loro passione e sono cresciuto anche come persona grazie alla loro vicinanza. Sì, sono stato fortunato». Giova ricordare che Carlo Borlenghi non è solo sinonimo di vela. Per anni ha fotografato le barche offshore di classe 1, ha contribuito a realizzare numerosi libri, non ultimi “Lago di Como. Un mondo unico al mono” con Andrea Vitali e il libro sui 100 anni della Moto Guzzi con Carlo Zuccoli (suo compagno di stanza ai tempi dell’università). E poi promotore della grand iniziativa di “tappezzare” Bellano con 1800 ritratti di bellanesi in bianco e nero. Insomma, un vero proprio artista della fotografia.

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