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Sabato 11 Maggio 2019
Lecco: Tesini significa
Gaburro confermato
Presentato il nuovo direttore sportivo, per tre anni è stato alla Sambonifacese in serie C: «Con il mister ci conosciamo da vent’anni, ci siamo già confrontati, abbiamo opinioni chiare sui giocatori»
Mario Tesini, 43 anni (è un classe 1976), veronese, sposato e padre di tre figli, ex diesse della Sambonifacese in Serie C dal 2009 al 2012, è il nuovo direttore sportivo del Lecco. Un direttore che si contraddistingue per essere un po’ fuori dai circuiti del calcio: non è sponsorizzato da nessuno, non arriva a Lecco “mandato” da nessuno. Non è amico di nessuno, se per “amico” si intende portatore di interessi. Anzi, di qualcuno è amico, ma in modo “sano”: è amico di mister Marco Gaburro, ma solo per il fatto che i due sono cresciuti insieme, tecnicamente: entrambi laureati in Scienze Motorie all’Università di Verona, si conoscono da più di vent’anni.
È il segnale, chiaro, che Gaburro ha avuto quel che ha chiesto: la possibilità di lavorare fianco a fianco con un uomo di sua fiducia, oltre che con Mauro Brambilla.
Tesini si presenta così: «Non ho giocato a calcio a livelli importanti ma “mangio” sport fin da bambino visto che sono figlio di un atleta, un lanciatore del peso degli anni 60, ex Nazionale com’era mio padre. Sono cresciuto a pane e sport e il calcio è lo sport di tutti. Dopo l’università fatta a Verona, mi sono dato da fare tra i dilettanti a livello locale quindi ho frequentato un certo tipo di calcio con il Mantova del presidente Fabrizio Lori: in quel periodo siamo andati dalla C2 alla B e abbiamo sfiorato la serie A con quello spareggio che grida vendetta contro il Torino. Facevo il talent scout e interagivo con il direttore Giuseppe Magalini: andavo a visionare giocatori e mandavo indicazioni, ero un suo buon consigliere. Quando la stima e la qualità del lavoro viene apprezzata, si può lavorare bene ed è quello che penso di aver fatto a Mantova».
Nel 2009 il salto di qualità, anzi di grado: «Nella Sambonifacese, società di Verona che ora è sprofondata, e che fece la C2 per 4 anni io ne passai tre da direttore sportivo. Venni anche a giocare qui a Lecco, vinsi e persi, nelle stagioni 2010-2011 e nel 2011-2012. Ma a San Bonifacio dovevo lavorare con le valorizzazioni, i minutaggi. Un conto è lavorare in una piazza vera come questa, un’altra lavorare dove la passione del presidente doveva essere accompagnata dai soldi ottenuti dalle valorizzazioni».
Tesini è stato artefice della scoperta di diversi buoni giocatori: «Il primo Jorginho, appena uscito dal settore giovanile dell’Hellas Verona, l’ho scoperto io. Come pure Andrea Brighenti, ex Monza, Cremonese e Renate, che fu un mio giocatore alla Sambonifacese. Come pure Mattia Finotto, oggi attaccante del Cittadella in prestito alla Spal. Insomma, la C l’ho sempre frequentata. Poi in seguito a questa esperienza sono stato inattivo perché il mercato dei dirigenti ha dinamiche particolari. Ho lavorato per il Chievo, per l’Ascoli, sono molto amico di Marroccu del Brescia di cui sono stato capo scout».
Insomma, una valigia piena di esperienza e di voglia di crescere. Perché, come per Gaburro, la serie C a Lecco per Tesini è l’occasione di “esplodere”, di farsi conoscere. È la piazza giusta per due giovani (giustamente) ambiziosi come loro due. È un posto dove fare bene può fruttare.
Del Lecco di oggi, Tesini sa quasi tutto: «Molti ragazzi li conosco già da tanto perché è anni che frequentano le categorie. I numeri della rosa sono già ottimi. Molti valori si possono portare avanti. Però né con la proprietà né con il mister abbiamo ancora parlato di situazioni. Con Gaburro ci conosciamo da vent’anni, ci siamo già confrontati. Ci sono delle opinioni sui giocatori, ma la serie C ha un’altra cilindrata. Non ci innamoreremo troppo dei giocatori, ma dei numeri, senza essere troppo romantici. Ci sono già dei confronti, questo sì. Io- conclude - sono qui per dare continuità. Però dobbiamo ancora parlare».
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