Sport / Circondario
Venerdì 28 Aprile 2017
Lecco, Malvestiti ha voglia di correre
«Ci aspettano due finali, siamo pronti»
Gioca da esterno basso: «In questo campionato sto trovando una buona continuità. Guardiamo solo a noi stessi, impegniamoci fino all’ultimo minuto e vediamo cosa uscirà»
Mattia Malvestiti, 1997, ha voglia di correre ancora molto per il Lecco. Sulla fascia sta stupendo per continuità.
E alla vigilia delle due prossime “finali”, ammette: «Da due o tre anni a questa parte, è la mia annata migliore. Avevo rotto il crociato a Olginate nella prima amichevole del 2014, ad agosto. Quindi la lenta risalita. E quest’anno sto trovando quella continuità che mi era mancata. Oggi, cercata e voluta, è avallata dal mister che crede davvero in me».
Un gol l’ha segnato. Ora che il problema gol, alleviato domenica da Karamoko e Ronchi, è sempre più stringente, Malvestiti sogna di esserci anche in questo senso e non solamente come esterno basso, difensivo. «Un gol l’ho già fatto con la Pro Patria in una gara sfortunata. Ma ora sogno di farne altri. Di sicuro la finalizzazione la devo migliorare, ma sono contento anche così. Fare i cross è un piacere, per me. Anche perché la squadra è tornata a vincere. Tra l’altro senza rischiare praticamente nulla, visto che loro (i giocatori del Dro, n.d.r.) hanno fatto gol soltanto su un tiro della domenica».
Due finali, quelle prossime contro Darfo Boario in trasferta e Pergolettese in casa. Due partite indecifrabili: «Noi dobbiamo fare il massimo cercando di fare sei punti e poi staremo anche a vedere come finirà lo scontro diretto tra Scanzorosciate e Olginatese. Molto dipenderà da quello, purtroppo. C’è rimpianto per aver buttato via qualche partita come il Ciserano in casa, con il Seregno e soprattutto la partita di Olginate. Se non avessimo sbagliato quelle gare, forse ora non staremmo a parlare solamente di play-out».
La prospettiva degli spareggi salvezza è data quasi per scontata: «Con chi li faremo, però – analizza Malvestiti - è un grosso punto interrogativo. Vediamo fino all’ultimo quello che riusciremo a combinare: fino a che la matematica non ci condanna a disputarli, speriamo anche in altro, che non dico per scaramanzia. È quasi impossibile comunque, che avvenga il miracolo. Guardiamo a noi stessi, a fare il massimo per non avere rimpianti. E se poi tutto dovesse incastrarsi a dovere, allora faremo una grande festa».
Non c’è un giovane bluceleste che emerga sugli altri. O, meglio, ogni settimana c’è qualcuno di diverso sugli scudi: «Secondo me un po’ tutti stiamo andando oltre, tirando fuori il massimo che abbiamo in corpo – riflette il terzino sinistro bluceleste - Ci davano già per retrocessi perché siamo giovani e senza esperienza, ma la squadra nel suo insieme sta facendo bene, oltre le aspettative. Anche chi, come Meyergue e Benedettti domenica scorsa, ma anche Djibo, entra dalla panchina. Non c’è differenza tra titolari e riserve».
Djibo il ruolo sembrava averlo cucito addosso. Malvestiti, invece, se l’è giocata alla grande la maglia numero 3: «Me la sto giocando sempre e per me questo è un motivo d’orgoglio, visto un compagno così valido come Djibo a contendermi la maglia. E lui mi aiuta molto a fare bene».
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