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Lunedì 17 Aprile 2017
La sorpresa di Pasqua dell’ingegner Matteo? La vittoria della Ferrari
C’è anche il berbennese Togninalli tra gli artefici del successo di Vettel nel Gp del Bahrein. I genitori: «Vederlo sul podio? Un’emozione bellissima»
Dopo aver tagliato il traguardo per primo nel Gp del Bahrein, Sebastian Vettel è salito sul podio e con lui il responsabile degli ingegneri, Matteo Togninalli. “Ragazzo” di Berbenno, Togninalli ha quarant’anni e da dodici lavora alla Ferrari.
Un altro vanto per la Valtellina che è andata a podio in F1 nel giorno di Pasqua. «È stato il più bel regalo di Pasqua che ci potesse fare – hanno commentato Silvana e Aldo, i suoi genitori che abitano a Polaggia – e vederlo con Vettel sul podio è stata un’emozione bellissima».
Si aspettavano già che se la Ferrari avesse vinto Matteo sarebbe salito sul podio, «di conseguenza abbiamo vissuto gli ultimi giri in un crescendo di tensione; grossa emozione poi vederlo in Tv per due genitori con un figlio unico. Però – hanno gongolato – un valtellinese sul podio della F1 non è cosa da tutti i giorni! C’è di che esserne orgogliosi.
Fin da ragazzino è stato appassionato di motori, con gli amici truccavano i motorini, ha studiato e poi ha cominciato quasi subito a lavorare alla Ferrari dal 2005. è uno dei più giovani ingegneri di età, ma è il più vecchio come anzianità di lavoro ed è il responsabile degli ingegneri di pista da due anni – impossibile non cogliere un sottile filo di orgoglio paterno in questa sottolineatura – e domenica sera quando ci siamo sentiti ci ha confidato che era emozionato anche lui, non pensava di emozionarsi così: era la prima volta per lui salire sul podio». Orgoglio per lui, orgoglio per i genitori, orgoglio per la comunità.
Giorgio Tavelli, vicesindaco di Berbenno, è stato un amico di infanzia, giovani assieme, vacanze assieme, università insieme, due strade diverse, ma «a Natale – dice – Matteo viene sempre dai genitori ed è l’occasione per una rimpatriata. Chiaramente durante l’anno è un po’ più difficile, visti gli impegni che lo portano in giro per il mondo. In questi anni è intervenuto un paio di volte a incontri con gli alunni della scuola media Valorsa. Matteo è sempre stato un tipo estroverso e faceva anche “casino” - sorride al ricordo il vicesindaco Tavelli – ma poi a scuola s’è impegnato alla grande e si sono visti i risultati; ha frequentato l’Itis perito meccanico a Sondrio e poi Ingegneria Meccanica (laurea febbraio 2003) e lui aveva, pensa un po’, difficoltà con l’inglese. Adesso parla “solo” inglese e romagnolo, visto che abita a Modena. I motori sono sempre stati il suo pallino, fin da piccolo; non faceva mistero che gli sarebbe piaciuto andare in Formula 1 e la Ferrari era il sogno nel sogno».
Sul Notiziario di Berbenno, nel 2011, Tavelli aveva scritto di Matteo che gli passò un po’ di notizie mentre faceva scalo all’aeroporto in Malesia. Scriveva Matteo: «Mi occupo della preparazione della macchina per le gare, analisi di telemetria e uso di simulazioni/simulatore di guida per ottimizzare la prestazione, scelta del carico aerodinamico utilizzando i dati forniti dalla galleria del vento, analisi per la scelta dei rapporti del cambio, e ottimizzazione del setup meccanico della macchina (altezze, rigidezze, molle, barre antirollio, distribuzione pesi). Si lavora molte ore), tipicamente si va in pista intorno alle 7,30-8 del mattino fino a mezzanotte (a volte di più, a volte di meno)». In sei anni chissà quanta strada ancora in elettronica e meccanica sui bolidi in pista!
Un momento di Amarcord: ”Ti manca qualcosa di Berbenno? Oltre che per vedere parenti e amici, ci torni volentieri?” chiese Giorgio. Certo – fu la sua risposta di Matteo - casa è sempre casa».
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