Sport / Lecco città
Domenica 03 Gennaio 2021
«In trasferta ci manca
un po’ di sicurezza»
Dopo la botta alle costole subita contro il Novara, Andrea Malgrati è pronto a rientrare: «Siamo una squadra forte, ma dobbiamo esserne consapevoli anche quando non giochiamo al Rigamonti-Ceppi»
Il capitano è il capitano. Uno che non si ferma mai neanche quando gli rompono le costole, come successo ad Andrea Malgrati contro il Novara in casa.
Ora è pronto al rientro. Anzi, è rientrato con la squadra appena dopo Natale, il 28 e 29. E oggi, nel primo allenamento del 2021 sarà in campo con gli altri: «Non ho ancora avuto contatti con i compagni e non so se sono del tutto a posto, ma le costole non mi fanno più così male per cui sono convocabile».
Detto questo, è un bilancio positivo, quello del 2020, per chi ha vissuto sia la stagione della salvezza in campionato, il primo, e poi l’esaltante cavalcata delle prime cinque giornate di questo campionato.
Poi una “montagna russa” di emozioni. Da quelle belle a quelle meno positive. Mai brutte, però: «Per quanto mi riguarda è un bilancio più che positivo – spiega il difensore centrale bluceleste -. Abbiamo concluso l’anno scorso con una salvezza importante e quest’anno, tra alti e bassi, siamo in una posizione che sono tanti anni che il Lecco non viveva. Indipendentemente da quel che si può pensare, stiamo facendo un ottimo campionato Se poi si erano create delle aspettative, è sempre sbagliato pensare più in grande di quanto avessimo in mente di fare. Nessuno di noi ha parlato di serie B. In casa siamo una squadra e fuori un’altra, è vero, ma stiamo cercando di migliorare».
Ma pare chiaro che tra un andamento eccezionale casalingo, non si spiega il rendimento fallimentare fuori dalle mura amiche. Malgrati però è convinto che la questione si risolverà perché il “gruppo” è fatto da persone vere, ancor prima che da buoni calciatori: «Io oltre a fare il calciatore gestisco i ragazzi e il gruppo è davvero bello. Ci piace stare insieme, soprattutto con i giovani, fuori e dentro il campo. È uno spogliatoio sempre sano. Ho letto che c’era lo spogliatoio diviso contro il mister, ma non è mai stato vero. Rispetto anche agli anni passati è lo spogliatoio più bello che sto vivendo. Mastroianni che è una prima punta e giocherebbe titolare in moltissime altre squadre sta trovando poco spazio eppure è il primo che ride e scherza e dà sempre il massimo in allenamento. Lui come tanti altri è uno che mette da parte l’io per il “noi”. Tutti lo fanno in questa squadra. Anche Mangni, D’Anna, e altri che all’inizio giocavano di più e ora lo fanno un po’ meno. Non c’è nessuno che rompe le scatole. Non ci sono rivalità se non a livello tecnico-agonistico».
Il mal di trasferta, dunque: «Ne parlavamo l’altro giorno in spogliatoio. Semplicemente, a volte ci sono dei piccoli alibi che possono essere veri, come il terreno su cui giochiamo, ma non spiegano tutto. Così l’ho detto a tutti, l’altro giorno: “A parità di categoria, ricordatevi che quando eravamo in serie D abbiamo vinto su campi che avevano la segatura e non l’erba sparsa sul terreno. E ci preparavamo ancora sul sintetico”. Io ci credo veramente al fatto che siamo una squadra forte. Ma dobbiamo cominciare a pensarlo». Malgrati osserva: «Ci sono tante squadre fatte di campioni, ma non “esplodono” perché non ci credono. Noi siamo certi del nostro sintetico e siamo sicuri quando ci giochiamo sopra. Magari quando andiamo altrove qualche certezza la perdiamo ma solo perché non abbiamo la fiducia e la consapevolezza di essere una squadra importante. Eppure lo dico: difficilmente mi è capitato di giocare in una squadra così forte. Poi la serie C è un campionato difficile e ci sono tanti fattori da tenere presenti, ma dobbiamo giocare in trasferta con la stessa mentalità che abbiamo in casa».
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