Sport / Sondrio e cintura
Sabato 08 Maggio 2021
Il Sondrio Calcio è rinato
Riparte dalla Promozione
con presidente Rigamonti
Ieri la firma dal notaio, poi la presentazione. Il nuovo presidente: «Che emozione, stanotte non ho dormito»
Una grande emozione («Ci tengo veramente a questa cosa, anche più di quanto pensassi. Stanotte non ho dormito e alle tre sono uscito a correre».) ha accompagnato le prime ore di Michele Rigamonti da nuovo presidente del Sondrio calcio.
Ieri mattina, in uno studio notarile del capoluogo, è avvenuta la firma dei documenti che hanno sancito ufficialmente il passaggio di proprietà del sodalizio dallo storico presidente Oriano Mostacchi a Rigamonti.
Mentre nel pomeriggio, allo stadio della Castellina, si è tenuta la prima conferenza stampa della nuova dirigenza alla presenza, oltre che del neo-presidente, del suo braccio destro Mauro Baggini, di Alberto Meleri, che ricoprirà il ruolo di direttore sportivo, e di Eugenio Gizzi, responsabile della comunicazione.
«Siamo all’inizio di una sfida e avventura difficile, ma c’è entusiasmo e questo è importante - ha spiegato Michele Rigamonti - e due sono i motivi che mi hanno spinto più di tutti ad occuparmi del Sondrio: riuscire a coinvolgere i giovani affinché possano ripartire anche con lo sport dopo che la pandemia li ha “disorientati” e far sì che la città, il capoluogo di provincia, abbia una squadra importante anche nell’ottica di un evento importante come le Olimpiadi che ci saranno tra qualche anno».
Dunque, proprio a proposito di prima squadra l’idea, confermata anche dal neo presidente, è quella di partire dalla Promozione e in tal senso sono avviati i contatti con il comitato regionale della Lega nazionale dilettanti.
«Una Promozione - ha precisato ancora Rigamonti - giocata con giovani valtellinesi, altrimenti bisognerebbe affidarsi a gente “di fuori” che paghi, ma poi dopo una stagione rischi di non avere più con te. Vorrei giocatori che credono nel Sondrio, nella loro città e realtà e che abbiano senso di appartenenza».
Un progetto, dunque, fondato sui giovani non soltanto in prima squadra, ma anche e soprattutto alle sue fondamenta: «Il mio modello è don Bosco, il suo modello ed esempio per la crescita dei giovani - ha proseguito sempre Rigamonti - Prima di tutto vorremo formare bravi cittadini e unire l’educazione morale a quella sportiva, crescere ed educare i ragazzi, poi se riusciamo a formare anche campioni tanto meglio».
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