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Martedì 18 Ottobre 2016
Il ritorno di “Bebeto”
«Orgoglioso di essere qui»
Oggi la presentazione del nuovo mister, apparso emozionato - «La situazione economica della società non mi interessa: voglio far tornare l’entusiasmo e i risultati al più presto»
È teso, forse preoccupato, “Bebeto” Bertolini, nel giorno del suo ritorno a Lecco. O forse solo emozionato, come ammette. Avrebbe preferito, di certo, vedere il “suo” Lecco in una situazione diversa, più tranquilla. Ma per lui la “sirena” bluceleste è stata irresistibile. L’ex bluceleste di mille battaglie, l’allenatore valtellinese che si è fatto le ossa nella sua valle, è pronto per una nuova avventura all’ombra del Resegone. Così fa buon viso a cattivo gioco e pur sapendo benissimo in che guaio si è andato a cacciare, usa solamente una parola per descrivere la sua scelta: “Orgoglio”. E ci vuole una persona orgogliosa di essere bluceleste “dentro” per tirare fuori dalle paludi della classifica una squadra che, per ora, non ha un’anima.
«Sono orgoglioso e molto emozionato perché Lecco è una piazza molto importante e molto seguita. Fa da eco: se vai bene c’è una risonanza spaventosa. Se vai meno bene, ci sono più difficoltà. Ma oltre a essere orgoglioso sono convinto delle mie idee, del mio percorso e sinceramente, nonostante tutto, nonostante il poco entusiasmo che c’è oggi, le difficoltà e tutto il resto, non potevo dire di no. Lecco mi ha scelto ed eccomi qua». Fa già il suo primo “mea culpa”, “Bebeto”: «Da giocatore, a fine carriera, sarei potuto tornare e purtroppo quella di non tornare è stata la scelta più sbagliata che ho fatto. Con il senno di poi, non ritornare, ha determinato la mia fine prematura in carriera. Ma a quel punto mi sono detto: se il Lecco mi richiamerà, in qualsiasi situazione, non porrò alcun indugio e accetterò». La società è in grosse difficoltà economiche. Bertolini questo lo sa benissimo, ma fa spallucce. «Non mi interessa sapere nulla sulla società. Sono solo orgoglioso di essere qui. Non ho dubbi né indugi. Il mio primo obiettivo è fare tornare l’entusiasmo e questo può avvenire solamente con i risultati. Questa è una piazza che ti sostiene e ti fischia quando deve. Ma per me è soprattutto un bel banco di prova. È una piazza che vive di calcio e ho voglia di misurarmi con essa avendo il Lecco nel cuore».
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