Goretti è tornato a casa
«Brucia il quarto posto
ma bella l’accoglienza»
Il canottieri è reduce dal quarto posto a Rio: «Mandello mi ha accolto con uno striscione di benvenuto. Penso che questo armo possa lottare per l’oro a Tokyo»
I canottieri Martino Goretti di Mandello e il menaggino Pietro Ruta hanno voluto stare a Rio de Janeiro sino alla chiusura dei Giochi Olimpici.
Lo hanno fatto un po’ per godersi tutte le altre discipline sportive, rilassati in poltrona senza avere l’assillo di dover essere parte direttamente in causa. Ma un po’ anche e, forse soprattutto, per smaltire la delusione di quella mancata medaglia di bronzo, con il quattro senza pl, proprio per un battito di ciglia, nella tormentata finale di quattro senza pesi leggeri, beffati dalla Francia che avevano abbondantemente battuto in semifinale.
«Dopo un po’ di giorni all’ombra del Pan di Zucchero con Pietro a rilassarci da turisti – conferma Martino - sono tornato a casa. Avrei voluto che fosse un ritorno diverso, con la medaglia al collo, ma non si può avere tutto dalla vita. Però mi sono rincuorato subito appena arrivato a Mandello, rendendomi conto di essere di nuovo a casa, tra la mia gente. Il massimo della gioia, poi, è stato quando ho visto il cartello di benvenuto del Comune e poi ancora tutte le scritte fuori casa dei miei vicini che da quando ho fatto il Mondiale junior sono i miei primi tifosi. Bello, bello davvero».
Messi da parte i rimpianti? «Ovviamente la medaglia mancata brucia da morire ma ora a mente fredda e ragionando sulla gara credo di non aver rimpianti».
«Io spero davvero che questo quattro senza rimanga così per lavorare verso l’oro di Tokyo. Ne abbiamo parlato spesso e non ci sembra affatto un’impresa impossibile. Certo che la strada è lunga, ma l’importante è non sprecare inutilmente lacrime sul latte versato e guardare avanti con la massima concentrazione».
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