Sport / Lecco città
Martedì 26 Novembre 2019
È l’attacco del Lecco
sul banco degli imputati
Undici le reti segnate dai blucelesti, di queste solamente due dai giocatori del reparto offensivo - Di Nunno, combattuto se tornare sui suoi passi, vorrebbe sfoltire la rosa per rifare parte della squadra
Dopo l’eruzione di domenica, è il momento del silenzio e delle riflessioni. Dalla Elettronica Videogames, vera proprietaria del Lecco, ovvero dalla famiglia Di Nunno, tutto tace. Ma qualcosa trapela. L’arrabbiatura è ancora grande per il presidente Paolo Di Nunno che non avrebbe intenzione di tornare sui suoi passi, a meno che chi ha sbagliato paghi. Ovvero se ne vada. Soprattutto tra i giocatori, ma non solo.
Il presidente, insomma, vorrebbe vedere cadere molte teste ai suoi piedi, ma, giusto o sbagliato che sia, i giocatori che anche sono stati messi informalmente (non lo si può più fare), fuori rosa, si tengono stretto il contratto. Non si diverte, anzi. Si arrabbia ogni volta che pensa a dove sua finita la squadra che la scorsa stagione vinceva tutto. E ce l’ha soprattutto con le punte. Ovvero con Chinellato, Capogna, Fall e, in misura proporzionale ai minuti giocati (pochissimi), con Nivokazi. Quattro punte e soltanto due gol (Chinellato contro la Pro Vercelli e Capogna contro la Juventus U23).
Lasciando da parte per un momento ogni riferimento a eventuali discorsi su moduli tattici che passano più dalle ali che dal centro dell’attacco, di scarsissima densità di blucelesti in area avversaria, di mancanza di palloni serviti in mezzo, e via discorrendo, due gol rimangono un bottino troppo scarso anche ammettendo mancanze di “rifornimento” alle punte centrali.
L’articolo completo su La Provincia di Lecco in edicola domani, 27 novembre
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