Sport / Tirano e Alta valle
Venerdì 12 Agosto 2016
Dellavedova, star sul parquet di Rio
Basket, gioca nell’Australia ma i suoi antenati sono di Baruffini. Grande protagonista in queste Olimpiadi. Punti, assist e grinta sotto canestro. Senza la nazionale azzurra l’attenzione puntata sul play “valtellinese”.
Per fortuna che c’è Dellavedova a cui aggrapparsi, per cui tifare. Orfani della nostra Nazionale che ormai ha preso, ahinoi, l’abitudine di non partecipare alle Olimpiadi, agli appassionati italiani di basket non resta che esultare per le prodezze dell’oriundo tiranese che sta trascinando l’Australia della palla a spicchi, autentica rivelazione del torneo di pallacanestro di Rio de Janeiro.
L’Italia dei fenomeni Nba (Gallinari, Belinelli e Bargnani, quest’ultimo il prossimo anno giocherà in Spagna) è rimasta a Torino, ferma al torneo preolimpico fatto in casa che avrebbe dovuto consegnarci il visto per il Brasile ed invece ha riservato l’ennesima cocente delusione. Non è bastato spendere tanti soldi e organizzare il torneo nella città sabauda e a nulla è servito richiamare sulla panchina azzurra un santone come Ettore Messina.
Sul più bello l’Italbasket si è sciolta come neve al sole, lasciando il posto in aereo alla Croazia meno talentuosa della sua storia, accusando un blackout molto più lungo di quello che ha fatto interrompere la partita per mezz’ora. Non c’eravamo a Pechino, non eravamo presenti ad Atlanta e così bisogna fare un salto a ritroso ad Atene 2004 per ricordarsi dell’Italia di argento di coach Charlie Recalcati. Da allora basta partecipazioni ai giochi a 5 cerchi e così i tifosi italiani che non sanno rinunciare al basket devono costruirsi alternative.
Troppo facile e scontato tifare per il Dream Team statunitense, più suggestivo spellarsi le mani ed esultare per l’incredibile Australia, che finora ha saltato due ostacoli sulla carta impossibili (Francia e Serbia) con la stessa agilità ed eleganza del canguro. E il faro dei Boomers è il play dal sangue di Baruffini, da dove gli antenati partirono per raggiungere l’Australia.
Dopo una vita da braccio destro di Le Bron a Cleeveland, ora Matthew Dellavedova, ma noi lo chiamiamo Matteo Della Vedova così sembra tiranese per davvero, ha assunto il ruolo di attore protagonista. Ben 13 assist e 23 punti sono i numeri con i quali ha affondato la Serbia per 95-80. Non male dopo aver sotterrato nella partita iniziale la Francia di 21, sempre mettendoci molto del suo. Ottima anche la prova contro gli Usa, nonostante la sconfitta finale.
Con simili premesse, l’Australia vede più vicina la strada verso il podio. Con Gallinari, Bellinelli e gli altri cestisti azzurri in forzata vacanza e costretti a vedere le Olimpiadi in televisione, non ci resta che augurare lunga vita olimpionica al tiranese, che probabilmente non sa neppure dove sia ubicata Tirano. Ci pensi il sindaco tiranese Franco Spada, se Tirano vedesse concretizzarsi - come appare probabile - la propria candidatura a città internazionale dello sport, a fare un invito, magari con proposta di cittadinanza onoraria, al baruffino cresciuto fra i canguri che ora vola fra i canestri.
Magari con una medaglia olimpica al collo, Matthew potrebbe compiere a ritroso il cammino degli avi e Tirano potrebbe fregiarsi di una stella che non brilla solo a San Lorenzo.
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