Sport / Tirano e Alta valle
Mercoledì 02 Novembre 2016
Deborah, discesa nella storia
È nella Hall of Fame della Fis
Sci alpino: la fuoriclasse di Santa Caterina premiata allo Skipass di Modena
«Questo sport mi ha regalato grandi successi e giornate indimenticabili»
Una fuoriclasse di livello assoluto. Lo si è sempre saputo. Ma adesso a ufficializzarlo è la stessa Fis che ha inserito il nome di Deborah Compagnoni nella Hall of Fame. Il riconoscimento alla campionessa di Santa Caterina in Valfurva è stato consegnato lunedì allo Skipass di Modena, il tradizionale salone dedicato agli sport invernali.
Classe 1970, la valtellinese va considerata senza dubbio la più grande sciatrice italiana di sempre. Il suo curriculum sportivo parla chiaro: 16 vittorie in Coppa del Mondo, 1 Coppa di Specialità in slalom gigante nel 1997, 3 medaglie d’oro, in altrettante edizioni ai Giochi Olimpici Invernali (supergigante ad Albertville 1992; slalom gigante a Lillehammer 1994; slalom gigante a Nagano 1998, prima atleta ad aver raggiunto questo traguardo), un argento in slalom a Nagano 1998 e 3 medaglie d’oro ai Campionati del Mondo (slalom gigante a Sierra Nevada 1996; slalom gigante, slalom speciale a Sestriere 1997).
Fin qui l’elenco, forse ragionieristico ma decisamente inequivocabile, delle vittorie e dei successi ottenuti in carriera. Deborah però non è soltanto questo e gli appassionati lo ricordano bene. Deborah è anche la capacità, per certi versi miracolosa, di rialzarsi dopo le cadute, di riprendersi dagli infortuni.
L’esempio più significativo è quello che ripetono un po’ tutti i commentatori dello sci alpino. Bisogna tornare al 1992, a Meribel. Il 18 febbraio 1992 erano in corso le Olimpiadi di Albertville. In superG l’azzurra era stata capace di vincere alla grande la medaglia d’oro, con 1’44” di vantaggio su Carole Merle, idolo locale e tra le favorite per il successo.
Il giorno dopo era in programma il gigante e il bis di Deborah a quel punto sembrava praticamente scontato. Il destino però aveva in programma per lei ben altro: una brutta caduta con la rottura dei legamenti del ginocchio destro. Tutto finito, forse anche la carriera. Così, almeno, si era temuto. E invece no: pezzo per pezzo la tenace furvese si era ricostruita, ritrovando gradualmente la migliore condizione e andando a riprendersi l’oro in gigante che la sfortuna le aveva portato via soltanto due anni più tardi, alle Olimpiadi di Lillehammer.
La notizia del premio consegnatole a Modena, che peraltro era nell’aria da tempo, è stata accolta con gioia dall’attuale signora Benetton: «È un grande onore ricevere questo riconoscimento - il commento a caldo di Deborah -. Ringrazio la Federazione e il Presidente Roda, ho avuto la fortuna di praticare lo sport dei miei sogni che mi ha regalato grandi successi e giornate indimenticabili».
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