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Lunedì 29 Novembre 2021
De Paola: «Noi troppo borghesi
Voglio una squadra più cattiva»
L’allenatore bluceleste dopo la sconfitta con il Sudtirol: «Sono comunque molto contento, la mentalità mostrata anche da chi è subentrato è quella giusta».
Luciano De Paola è sereno (o arrabbiato, ma dissimula bene). Il suo Lecco ha giocato una buona gara, perdendola per 30” di distrazione allo stato puro. «Ai ragazzi ho detto che la nostra squadra deve avere un’anima - spiega - e dobbiamo imparare a giocare un po’ di più. Sapevamo che Ogownu (l’autore del gol, ndr) è un giocatore forte. Sapevamo di doverlo marcare stretto su certe situazioni a palla ferma. È normale che sui calci piazzati lo si deve stringere. Invece lo abbiamo lasciato solo e ha segnato... Altrimenti, se non riusciamo a farlo, gioco anche gioco anche io. Sapevamo che lui era un uomo pericoloso...».
Normale è anche parlare delle motivazioni di errori su calci piazzati che ripetono “a nastro”. Sconcertanti. «Perché accadono? - si domanda il neo-mister bluceleste -. Perché siamo troppo borghesi. Non abbiamo quella cattiveria che ci vuole. E credo che dovremo lavorare molto in quella direzione. Esempio: se io marco un giocatore forte di testa, devo mettermi in condizione di poterlo controllare. E mi suona strano, perché sto parlando a giocatori importanti, esperti come Battistini e Merli Sala. Ma al di là di questo, io sono convinto di poter dare quel gioco che manca a questa squadra. Senza dimenticare che ci sono dei giocatori che dovranno diventare protagonisti. Sto parlando dei Ganz, dei Morosini. Io di parole non ne spreco tante. Le cose le dico una volta sola (“poi emargino”, sembra voler sottintendere, ndr) consola di questa partita il fatto che l’abbiamo giocata a tratti anche bene, se avete presente la bella girata di Ganz e l’azione nel complesso».
Poi l’aspetto strettamente tattico: «Abbiamo cambiato due volte modulo (dal 4-3-2-1, al 3-5-2, ndr) fino a metterci al 4-4-2. Perché questa è una squadra che può cambiare modulo quando vuole. Quello che manca ora è la cattiveria. E infatti prendiamo gol su calci piazzati. La marcatura dipende molto dalla cattiveria. Se sei cattivo ci riesci. Ma io sono comunque molto contento, la mentalità mostrata anche da chi è subentrato è quella giusta».
«Volevamo aspettarli per poi ripartirli - continua l’allenatore calabrese -, considerando che sia Tordini che Iocolano sono giocatori che riescono ad andare, quando hanno campo largo. Poi il gol ha cambiato le carte in tavola. Ma, credetemi: questa è una squadra che può farci togliere grandi soddisfazioni».
Infine su Mastroianni: «Deve imparare a giocare più semplice. A me il tacco o la raffinatezza non sono mai piaciuti. Claudio Ranieri mi ha detto una volta che io col “piattone” ho fatto i soldi. Perché da calciatore non ho mai usato altro (e ha giocato centinaia di gare in A, ndr). Ma sono fiducioso: abbiamo anche delle qualità importanti come Tordini, Iocolano, Morosini. Bravi anche i ragazzi in mezzo al campo (Kraja, Masini, Lora, ndr)».
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