Daniele Padelli titolare in serie A a quarant’anni

Anche lo stadio Friuli di Udine sabato sera ha spazio per la sfilata dell’orgoglio valtellinese in questi giorni meravigliosi per lo sport valtellinese, nei quali i campioni di casa nostra ci fanno letteralmente impazzire con le loro imprese sportive. Il sorriso da modello ed il fisico da bronzo di Riace o statua greca di Daniele Padelli che è tornato in campo da titolare in Serie A a quasi 40 anni è lo stesso di quello del livignasco Maurizio Bormoini capace di vincere più o meno in contemporanea la Coppa del Mondo di gigante di snowboard oppure quello di Jole Galli che vince in Coppa de Mondo di skicross per la seconda volta in pochi giorni dopo un secondo posto, e quello del ciclista professionista Davide Piganzoli che vola in Spagna, secondo a cronometro confermando che Ivan Basso non ha sbagliato nel pronosticargli un futuro da campione.

Ed il sabato magico era iniziato, nella tarda mattinata, con un’altra super prestazione di un calciatore valtellinese: Mattia Mosconi è stato il mattatore della vittoria 2-1 dell’Inter sulla Fiorentina. Entrato in campo all’ora di gioco, dopo solo 3’, al primo pallone toccato ha portato in vantaggio i suoi; al 90’ dopo che la Fiorentina aveva pareggiato pochi minuti prima, si è procurato il calcio di rigore della vittoria.

Ma torniamo a Friuli e al Padelli Day. Sarà stato un terremoto di emozioni nel cuore del gigante buono di Rogolo, una settimana che del tutto inaspettatamente gli ha spalancato di nuovo il palcoscenico della Serie A da protagonista assoluto quando ormai sembrava un’ex, relegato al ruolo di comparsa nella massima serie, terzo portiere in organico, una chioccia affidabile per fare crescere gli altri. Ma invece è accaduto l’imponderabile. I due portieri che avevano giocato finora, Okeke e Sava, che tanto bene hanno fatto in questa stagione sono finiti ko, entrambi infortunati, involontari complici nello spalancare la loro porta al veterano del gruppo, 40 anni il 25 ottobre prossimo. Mister Runjaic non ha avuto dubbi nel puntare su Padelli, che avrebbe potuto essere arrugginito dopo tre anni dall’ultima apparizione in Serie A, invece come amava dire Clarence Seedorf che qualcosa nel calcio ha vinto -tre Champion con Ajax, Real Madrid e Milan, «sono nato pronto».

Ecco Daniele da Rogolo si è fatto trovare pronto come lo era stato sempre sia ad Anfied Road quando Rafa Benitez lo fece esordire nel Liverpool e quando Antonio Conte fu costretto a dargli le chiavi della porta dell’Inter nel momento clou della lotta scudetto perché Handanovic era ko. Padelli dagli occhi belli non tremò vincendo il derby che spianò la strada verso il tricolore. Evergreen o highlander sono i termini accostati a lui oggi dopo aver avvicinato Gigi Buffon e Dino Zoff fra i vecchi fra i pali.

Chissà se l’estremo difensore scoperto da Angelo Carnini giocherà come il mito Boranga fino a quasi 80 ani, magari facendo ancora una partita anche nel suo Delebio nel quale mosse i primi passi. Modello lo può essere per la bellezza che la madre natura gli ha dato e che vedono tutti visto che in un sondaggio anni fa fu indicato fra i dieci calciatori più belli della nostra serie A. Facchetti, Cabrini, Maldini, Bettarini ed anche lui, un bel figo come direbbero le ragazzine. Ma modello lo è stato per lo stile di vita. Serietà in campo e fuori. Non ha contribuito a fare la fortuna di Fabrizio Corona visto non è mai stato protagonista di gossip ma in Friuli si è costruito la sua famiglia.

Un bravo padre di famiglia che la famiglia Pozzo, proprietaria dell’Udinese, adora e non ci sarebbe da stupirsi se Daniele dovesse trovare spazio nell’Udinese anche una volta tolti i guanti. Sabato sera non è stato semplice per Padelli perché l’Udinese ha dominato e lui ha dovuto fare lo spettatore per tanti minuti come accadeva a Giovanni Galli nel Milan sacchiano. Due parate in tuffo nelle quali si è mostrato reattivo ed un’uscita fuori dall’area contro un uomo lanciato a rete nella quale è stato si saltato dall’avversario ma l’ha costretto ad allargarsi e ritardare la conclusione a rete, dando il tempo ad un difensore friulano di mettersi sulla riga della porta e ribattere. Non ha subito gol, ha mantenuto la porta inviolata, clean sheet come si dice oggi che siano tutti anglofoni. Ora è pronto a tornare in panca col sorriso con la serenità di chi fa sempre il proprio dovere. E noi tutti sappiamo che padel o “Padel” non è solo lo sport del momento ma anche il diminutivo di un grande uomo.

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