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Venerdì 31 Maggio 2013
Corda: «Como, prima
o poi tornerò»
Ha vinto ancora, stavolta a Savona, ma per la società azzurra il tecnico sardo ha una predilezione
«Ho questi colori nel cuore. E la domenica chiedo subito il risultato della mia ex squadra»
Ninni Corda ha vinto ancora. Promosso in Prima divisione con il Savona, dopo aver conquistato la salvezza lo scorso anno.
L’ennesimo sigilloQuattro campionati vinti, uno nelle giovanili del Cagliari, due in D con Tempio e Como, l’ultimo poche settimane fa in Liguria. Per mister Ninni Corda, 39 anni, sono… sei. Ci mette dentro anche un paio di salvezze, perché trova sempre il modo di vedere un’impresa in tutto quello che fa.
E un malore all’ultima di campionato quasi gli impediva di far festa con i suoi giocatori. Prendere o lasciare, Ninni Corda è così. Amatissimo o odiatissimo, dipende da quale campana si ascolta.
Del resto, mettere tutti d’accordo non è nelle sue corde. È riuscito anche a “separarsi” da due suoi fidati collaboratori come Giovanni Scanu e Simone Braglia…
Ma piace ai tifosi, questo è innegabile. A Savona, dove ha appena ottenuto la promozione in Prima divisione - giura lui - lo amano alla follia. E molti a Como ancora lo rimpiangono (e lo invocano), dopo il campionato di serie D vinto nel 2007/08.
Un successo che non gli valse la riconferma, in una società spaccata tra chi lo adorava (il presidente Angiuoni), e tra chi non voleva nemmeno vederlo in foto (il vice Di Bari).
«C’è un rapporto splendido con la tifoseria del Savona – racconta il tecnico -, così come c’è ancora un grande rapporto con i tifosi del Como. Evidentemente ho lasciato un buon ricordo. Sento ancora parecchi ultras, mi inviano molti sms. E un gruppo di loro è venuto a salutarmi a Monza quando abbiamo giocato al Brianteo qualche mese fa».
Gli sono grati per aver riportato il Como tra i professionisti dopo tre anni. E per aver plasmato una squadra costruita a immagine e somiglianza del suo allenatore. Cinica, determinata, a tratti spietata.
E ci sono ancora dei giocatori che lo seguirebbero in capo al mondo. Due che erano a Como hanno contribuito alla promozione del Savona: Demartis e Sentinelli. «È una vittoria che vale tantissimo, proprio perché inaspettata. Non eravamo affatto tra i più accreditati per la il salto di categoria: una squadra giovane, come va per la maggiore nella Lega Pro di oggi, e con giocatori in cerca di rilancio. Finalmente ho potuto allenare Francesco Virdis, un mio vecchio pallino. Si stava perdendo tra i dilettanti, l’anno prossimo andrà in B grazie ai 24 gol segnati con me».
Una vittoria premiata con un contratto triennale, fino al 2016. E’ già al lavoro per la squadra dell’anno prossimo.
Ma nel suo cuore Como ha un posto speciale. E non ha mai fatto mistero di volerci tornare: «La domenica è un rito: subito dopo la fine delle partite, vado subito a vedere il risultato del Como. E non nego che il mio sogno è tornare, prima o poi, per poterlo allenare nuovamente».
C’è una nuova proprietà a Como: «Mi sono sentito con il presidente Porro. Per propormi? No, solo per uno scambio di complimenti per i rispettivi risultati. Anche se vorrei rivedere il Como in alto, meglio di quest’anno».
L’anno del debuttoL’anno prossimo Corda debutterà in Prima divisione, ed è molto probabile che ci sarà un nuovo abbraccio con Como: «Ricordo l’accoglienza del Sinigaglia in Seconda divisione, quando ero alla guida dell’Alghero. Una grande emozione, spero si possa ripetere. A proposito, anche con l’Alghero fu un miracolo. Squadra ultimissima, ci siamo salvati all’ultima giornata: è come una vittoria di un campionato…».
E con gli arbitri come va? A Como collezionò un’infinità di espulsioni: «Sono sempre un passionale, ma sono migliorato. Con il 90% di loro vado d’accordo, il problema è il restante 10%...». n
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