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Venerdì 03 Settembre 2021
«Con il Lecco sono convinto
di segnare tanti gol»
A tu per tu con Simone Andrea Ganz, il nuovo gioiello del team bluceleste. «Per aiutare i compagni devo solo…segnare. Per me l’attaccante è questo».
Un giocatore che fa sognare. Un attaccante nel pieno della maturità. Simone Andrea Ganz è uno di quegli acquisti che se ce l’hai al Fantacalcio (di serie C) godi. Ma soprattutto se ce l’hai in campo, tra i tuoi beniamini. È una punta di quelle vere. Deve compiere 28 anni fra qualche giorno. Ma lui stesso, in questa intervista, spiega tutto. Si mette a nudo per poi rivestirsi…di bluceleste.
Ganz, allora, quando un attaccante è veramente maturo?
Dai 28 ai 33 anni. E io ne compio 28 fra pochi giorni.
Lei sa di avere un peccato originale sulle spalle. O no?
So di aver giocato sull’altra sponda del Lario. So anche che sono state le mie migliori stagioni della mia carriera. Ma ora sono qui. È cambiato tutto.
Come mai è andato così bene a Como?
Non lo so. Probabilmente l’ambiente era giusto, io mi sono accorto che potevo fare il salto di qualità. Non me lo so spiegare neanche oggi.
Preoccupato dal salto di sponda?
Il Lecco ha dei tifosi molto appassionati. Non ho mai giocato a Lecco, al Rigamonti-Ceppi. Mi ci sto allenando, allo stadio, e credo che sarà una bella bolgia in casa. Avere i tifosi molto vicini può essere un’arma vincente. Ho fatto delle grandi stagioni a Como, è vero, ma sono un professionista e quindi, visto che ora gioco nel Lecco, darò il massimo per questa maglia. Tutto quello che ho.
Il direttore sportivo Domenico Fracchiolla ha raccontato che lei la maglia bluceleste l’ha voluta indossare subito… è stato un gesto spontaneo o studiato?
È stata una cosa naturale, nel senso che appena l’ho vista l’ho provata, per curiosità. Niente di studiato o programmato, mi è venuto naturale. Forse per questo il direttore l’ha apprezzato.
Cosa dice il grande bomber, papà Maurizio, della sua scelta?
Sicuramente è contento perché sono vicino a casa. Lui allena il Milan femminile in serie A, ma appena potrà verrà a vedermi. Gioca al “Vismara”, per cui è molto contento di questa cosa. Siamo davvero vicini.
Cosa le ha insegnato papà?
A essere sempre positivo. Anche nei momenti di difficoltà bisogna mettersi in gioco e non mollare mai. In 21 anni di carriera non ha mai mollato. Ed è per questo che è arrivato a quegli standard. La mentalità del lavoro, della serietà, dello stile di vita, sono tutte cose che sono la base per fare il professionista. E lui me le ha passate tutte.
E tecnicamente cosa le ha lasciato?
Siamo abbastanza diversi per questione di epoca. Il calcio è cambiato, rispetto a quando giocava lui. Ma mi ha confidato tantissimi segreti da sfruttare in area di rigore, sotto porta… Mi ha aiutato tanto.
Lei passa dal Como al Lecco. Suo padre dall’Inter al Milan. A fine stagione ci dirà chi ha amato di più. Ma papà? Ha amato di più l’Inter o il Milan?
Non spetta a me dirlo. Io invece potrò rispondere a fine stagione. Se avrò fatto tanti gol. Anzi, se sono qui è perché sono convinto di poter fare tanti gol.
Non c’è stato solo Maurizio Ganz, come maestro, vero?
A 17 anni mi sono allenato e ho esordito in Coppa Campioni con il Milan. Con Ibrahimovic, El Shaarawy, Pato, Robinho, sono tutti fenomeni. E io mi sono allenato con loro. È stato un sogno. Ma il mio modello è sempre stato Ibra. Un passo avanti rispetto a tutti gli altri. Ho giocato con lui pochi minuti in Champions ma è stato veramente come realizzare un sogno. Era tosto, certo, ma ti aiutava tanto. Quell’anno è stato uno che mi ha aiutato tanto. Come Pazzini nel Verona. Mi ha aiutato a maturare sotto tanti punti di vista. Uno dei giocatori più forti che abbia conosciuto dopo Ibra.
E nel Lecco chi conosce?
Sono due giorni che mi alleno. Con Filippo Lora ho passato cinque anni insieme al Milan, anche fuori dal campo. Ma anche Simone Iocolano: ci ho giocato contro un sacco di anni quando lui era al Bassano e io al Como. Lui è uno dei pochi con cui parlavo anche da avversario. È un giocatore estremamente corretto. Un bel rapporto. Avere lui di fianco che mi possa supportare è molto importante per me. Poi Ivan Merli Sala: ci ho giocato contro nel derby. E anche contro Battistini ho giocato diverse volte...
Parliamo di caratteristiche tecniche. Ganz è uomo d’area. Solo questo?
Sicuramente in questi anni sono migliorato molto dal punto di vista tecnico, della gestione delle scelte durante la partita e per il lavoro con i compagni, ma per me la cosa importante è fare gol. Giocare con la squadra e per la squadra va bene, ma l’attaccante deve fare gol perché se fa gol la squadra ha una percentuale maggiore di vincere le partite. Per aiutare i miei compagni devo solo…segnare. Per me l’attaccante è questo. Me l’ha insegnato mio padre. Una delle mie caratteristiche mie è che mi alzo la mattina e penso solo a fare gol.
A casa, del resto, aveva un esempio di questo tipo.
Maurizio, mio padre, ne ha fatti 208 in carriera di gol ufficiali. Ufficiosi 210 tra A, B e C. Ecco: mi piacerebbe arrivare dov’è arrivato a lui, almeno come numeri.
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