Colnaghi da oggi
al Giro d’Italia Under 23
Il corridore di Mandello punta a ripetere quanto fatto lo scorso anno.
Archiviate le fatiche con la nazionale Under 23 di Marino Amadori in terra polacca, è tornato a Mandello, il ciclista dell’Uc Trevigiani Luca Colnaghi.
Ma già da oggi sarà impegnato nel giro d’Italia under 23. Si parte dalla Cesenatico - Riccione, quindi la Riccione - Imola, nella terza frazione si torna a Cesenatico, per la Cesenatico - Cesenatico, poi Sorbolo - Guastalla, e ancora Fanano - Sestola. La sesta tappa porterà i girini da Bonferraro a S. Pellegrino Terme, la settima ecco la Sondrio - Lanzada, nell’ottava avremo l’Aprica - Andalo la nona Cavalese - Nevegal epilogo previsto a San Vito al Tagliamento, sito di partenza della dceima frazione che condurrà i corridori sino a Castelfranco Veneto.
Un programmino niente male, Colnaghi inquadra così la corsa rosa: «Mi chiedete se andrebbe bene se ripetessi i risultati ottenuti nella scorsa edizione? Anche se bisogna sempre cercare di migliorare, dico che ci metterei la firma ho vinto due tappe, la maglia rossa del leader a punti inoltre ai campionati italiani sono arrivato terzo. Una stagione importante, bissarla sarebbe tanta roba».
Luca, anche in questa prima parte di 2021 le soddisfazioni non sono mancate. «Ho vinto due tappe una a Lucca a marzo e l’altra una quindicina di giorni fa imponendomi nella 67esima edizione del trofeo Matteotti, riuscendo anche a cogliere dei buoni piazzamenti».
Nell’ultima vittoria a Marcialla (Firenze), Colnaghi in fuga con altri quattro atleti si è staccato al triangolino rosso che delimita l’ultimo km. Una “fucilata” fatte le debite proporzioni stile Beppe Saronni al mondiale inglese a Goodwood nell’82 quando staccò tutti negli ultimi 800 metri, anno in cui anche il calcio salì sul tetto del mondo in Spagna. « Non esageriamo dice lui - anche se è vero io ho queste caratteristiche tuttavia un conto è riuscirci nei dilettanti, un altro tra i migliori professionisti al mondiale. Il mio ciclista preferito?, non ci crederete ma è Pantani sembrerebbe un paradosso visto che era uno scalatore, ma forse anche per la sua storia ciclistica di un pirata che non si arrende mai, sino al triste epilogo ecco diciamo che Marco mi ha lasciato qualcosa dentro».
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