Ciclismo / Oggiono e Brianza
Martedì 04 Ottobre 2022
Piccolo Giro di Lombardia sempre più straniero
Podio interamente “forestiero” quello di domenica, con un belga, un kazako e un francese. Si consolida un dato: nelle tredici edizioni più recenti sono stati otto i successi non italiani, cinque nelle ultime sei.
Podio dunque interamente straniero, domenica, all’edizione numero 94 del Piccolo Giro di Lombardia Under 23. Un podio regale, peraltro. Perché il vincitore - il belga della Lotto Soudal, Alec Segaert (al primo anno nella categoria essendo un classe 2003...) - è campione europeo a cronometro nonché vicecampione mondiale sempre contro il tempo.
Perché il secondo classificato - il kazako dell’Astana, Yevgeniy Fedorov (un 2002) - sfoggiava la maglia iridata recentemente conquistata al Mondiale su strada in Australia. Perché il terzo della compagnia - il francese dell’Ag2R Citroen, Jordan Labrosse (a sua volta del 2002) - non più tardi di mercoledì scorso si era imposto in un’altra classica degli Under 23, vale a dire la Ruota d’Oro a Terranuova Bracciolini.
Aggrappati a Bagioli
Insomma, non certo tre corridori ritrovatisi per caso sul podio di una delle gare più prestigiose del panorama internazionale.
Per la verità - come del resto avviene da tempo anche al piano superiore, ovvero tra i professionisti - che gli stranieri facciano la voce grossa a dispetto dei loro colleghi italiani non è certo una novità.
Premesso che i successi nostrani al Piccolo Giro rappresentano la stragrande maggioranza (81 in 94 edizioni), va però riferito che nelle 13 edizioni più recenti i sigilli forestieri sono stati la bellezza di 8 (addirittura 5 nelle ultime 6).
Andrea Bagioli, nel 2019, l’unico a interrompere una sequela che ha visto davanti a tutti il belga Vanhoucke nel 2016, il bielorusso Aleksandr Riabushenko, gli australiani Robert Stannard nel 2018 e Harrison Sweeny nel 2020, oltre al francese Paul Lapeira un anno fa.
Corsa dura, tantissimi ritirati
Una caratteristica, invece, continua a costituire un must del Piccolo Lombardia, vale a dire la durezza del percorso. Anche domenica, per restare all’attualità, dei 161 che si sono presentati baldanzosamente al via da Oggiono, solo una metà (82 per l’esattezza) ha tagliato il traguardo di viale Vittoria. Con il gruppo più nutrito (dal 36° arrivato a seguire) che ha accusato un distacco dal vincitore (il quale ha coperto i 170,6 km alla ragguardevole media di 42.585 km/h) di 4’27”.
Tornando al capitolo italiani, quantomeno domenica ne abbiamo ritrovati cinque nei primi nove. Segnatamente, Francesco Busatto 5° e Giacomo Villa 6° - entrambi a 54” dal leader -, Alessandro Pinarello 7° (a 55”), Mattia Petrucci (2° un anno fa) 8° e Martin Marcellusi 9° (ambedue (a 1’41”).
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