Luca Colnaghi, da subito in sella nonostante l’aggressione

Il ciclista lecchese ha affrontato due prove in Belgio nel fine settimana, se pure con dolori alla spalla e alla costola. «Con calma tornerò a pieno regime», rassicura Colnaghi guardando dritto al prossimo obiettivo: l’Istrian Spring Trophy in Croazia

Mandello del Lario

«Recupererò strada facendo. Noi corridori, del resto, siamo abituati a farlo». Luca Colnaghi, il ritorno in sella, l’ha voluto fin da subito. Benché l’aggressione subita a metà della scorsa settimana abbia portato con sé dolori difficili da sopportare, non fosse altro per la lussazione alla spalla e per la microfrattura alla costola suo malgrado incassate al rientro da una normale seduta d’allenamento, la ripartenza è stata immediata, senza tentennamenti.

Pur dolorante, infatti, il corridore della Vf Group Bardiani Csf Faizanè ha voluto correre nel fine settimana in Belgio. Due le prove affrontate, il Grand Prix Criquielion sabato e la Grote Prijs Jean-Pierre Monseré domenica, prima del rientro in Italia, sul lago. Per lui, gli attesi giorni di riposo non ci sono stati. Inaspettata, peraltro, è arrivata anche la convocazione per la Croazia, dove correrà a partire da giovedì le quattro tappe dell’Istrian Spring Trophy.

«Un compagno non potrà gareggiare, così sono stato chiamato per sostituirlo», conferma Colnaghi che, con estrema onestà, non sa bene se salire nuovamente in sella, senza fermarsi un attimo, sia un bene o un male. «Bisogna vedere. Vado in Croazia senza chissà quali pretese, con l’idea di sfruttare l’occasione per riprendere gradatamente la condizione», sottolinea pensando a una mini-corsa a tappe di cui ancora conosce ben poco. Di sicuro ci sarà di che mettersi alla prova.

Lo è già stato nel corso della due giorni belga, durante la quale qualche difficoltà l’ha avuta: «Sabato è andata tutto sommato bene, mentre domenica non benissimo. Credo ciò sia dovuto sia alle botte sia al fuoco di Sant’Antonio da cui mi sto riprendendo, sia all’approccio mentale. Quando hai botte fresche da smaltire, infatti, tendi a non prendere ulteriori rischi in corsa. Accade quello che succede quando torni in bicicletta dopo una caduta», prosegue.

Il morale, tutto sommato, è buono. A migliorarlo sono sicuramente le cure dell’osteopata e, ovviamente, anche la considerazione che «bisogna» - è lui stesso a dirlo – guardare avanti e pedalare. Il resto verrà pedalata dopo pedalata, con la consapevolezza che la condizione generale non è la migliore possibile. «In Belgio i dolori alla spalla e alla costola ci sono stati. È vero che noi corridori sappiamo conviverci, però il dolore è stato fisso e un po’ generalizzato», sottolinea. Alle spalle il peggio, lo sguardo è rivolto al prologo a cronometro di giovedì a Vrsar. «Con calma tornerò a pieno regime», rassicura Colnaghi guardando dritto al prossimo obiettivo.

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