Pare un controsenso, ma persino un giocatore di basket - anche se gioca sotto canestro e deve spesso saltare - può tenere i piedi ben piantati per terra. È quello che succede a Marco Cusin, centro dell’Acqua Vitasnella Cantù, rientrato in squadra dopo il secondo stop della stagione. E che inquadra la situazione dopo il successo contro l’Enel Brindisi
«Guardiamoci noi, non guardiamo gli altri. Pensiamo a quello che dobbiamo fare, senza soffermarci sui risultati degli avversari. Questa squadra ha i mezzi e le qualità per continuare ad andare bene», il suo credo.
Allora, Cusin, per prima cosa come sta?
Abbastanza bene, ho ancora qualche problemino, ma sinceramente ieri mattina pensavo peggio. Invece nessun gonfiore e tutto nella norma.
Dicono che abbia anticipato i tempi pur di essere con la squadra.
In realtà non sono ancora perfettamente guarito, ma abbiamo lavorato bene e sono stati davvero tutti bravi quello dello staff medico e sanitario. Il problema era quel grande edema alla caviglia, ora va meglio.
Era previsto anche l’impiego dal primo minuto o è stato una sorpresa?
Io no ne sapevo niente. Probabilmente è stato scelto così perché sarei stato più caldo. In realtà anch’io avevo bisogno di capire quanti minuti avrei potuto giocare.
Ed è andata bene.
Bene? Di più. Super. E non lo dico per me, ma per la squadra che ha dato dimostrazione di forza e di compattezza. Ci voleva proprio, specie dopo lo scivolone di Siena.
Adesso, per restare al secondo posto cosa servirebbe?
Nessuna ricetta particolare: solo continuare a vincere. Il campionato è lungo, ma noi abbiamo bisogno di non perdere punti in giro.
Dice in giro perché sa che il Pianella, ormai, s’è trasformato in un autentico fortino?
Dico così perché servirà ottenere qualche punto in più fuori casa, visto che a Cantù non siamo messi affatto male.
Eh no: infatti, fin qui, in campionato, solo vittorie.
E non contro squadre qualunque. Non abbiamo mai avuto problemi.
Ma qual è il segreto?
L’entusiasmo incredibile che si respira dentro il nostro palazzetto. Uno stimolo pazzesco per noi e un ostacolo non di poco conto per gli avversari. Poi, quando le cose vanno bene come sta capitando a noi in questa stagione, è tutto più facile. E c’è la giusta chimica tra squadra e tifosi.
Ci dica di lei. Pare che non si sia mai interrotto il magico feeling cominciato con una grandissima estate in Nazionale.
Invece vi rispondo che pare non si sia mai interrotto il feeling con la... sfiga. Stava davvero andando tutto bene, c’ero di testa e c’ero con il fisico, avevo dimenticato i problemi della passata stagione e avevo ripreso anche un bel rapporto con il pubblico che non aveva certo conosciuto il Cusin migliore. E, di colpo, ecco quei due appuntamenti con la sfortuna che mi hanno fermato sul più bello.
Adesso, per fortuna, sono alle spalle.
E meno male. Sono contento, anche perché tutto filo con il verso giusto. Con tutti, ambiente compreso. Mi è solo dispiaciuto non dare il contributo alla squadra in alcuni momenti decisivi dell’annata. I miei compagni, per quanto sono bravi, se lo sarebbero meritati, eccome.
Milano è imprendibile?
E perché? Siamo indietro solo quattro punti e c’è ancora lo scontro diretto. Io ci credo.
Che ci dice di Nwohuocha?
È un ottimo prospetto. Mi rivedo in lui, perché anch’io cominciai giovanissimo a Trieste con la fortuna di imparare direttamente dai più grandi. Deve lavorare tanto, ma la voglia non gli manca.n Edoardo Ceriani
© RIPRODUZIONE RISERVATA