Sondrio: don Cinto festeggia il trionfo dell’Atalanta

Tra i tifosi che hanno esultato per la vittoria della dea in Europa League c’è anche Don Giacinto Panfilo. «L’Atalanta è sicuramente una fonte di ispirazione» aggiunge il presidente del Sondrio, Michele Rigamonti

La grande impresa dell’Atalanta, che mercoledì sera si è aggiudicata l’Europa League travolgendo per 3-0 il Bayer Leverkusen e interrompendo, peraltro, la striscia d’imbattibilità della formazione tedesca che durava da 50 partite, ha fatto gioire anche gli appassionati di calcio in provincia di Sondrio. Uno in particolare, vero e proprio tifoso atalantino doc, don Giacinto Panfilo, don Cinto, che si è goduto davanti alla tv il successo della sua squadra del cuore.

«Sono contento, è una gran bella soddisfazione. Sapevamo che sarebbe stato difficile, ma ci speravamo. Abbiamo un grande tecnico come Gasperini, una grande dirigenza e ovviamente il merito è anche dei calciatori - ha raccontato don Cinto -. Dopo la partita, che ho guardato da solo, non ho festeggiato, ma sono andato subito a letto, visto che alle 6,30 dovevo aprire la chiesa».

Facendo, naturalmente, le dovute proporzioni, Sondrio ha vissuto, poche settimane fa, un’impresa simile, con la vittoria del campionato di Eccellenza (da neopromossa) proprio del Sondrio e l’approdo dei biancazzurri in serie D. Vivere, anche da spettatore, serate come quella di mercoledì, fa venire al presidente proprio del Sondrio Michele Rigamonti, la voglia di continuare a vincere e stupire: «L’Atalanta, come squadra di provincia che vince è sicuramente una fonte di ispirazione per me e per il Sondrio, ma non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di due mondi diversi - ha esordito Rigamonti -. Non soltanto per la storia, visto che l’Atalanta esiste dal 1907 e noi abbiamo preso in mano il Sondrio da tre anni, ma anche per il bacino d’utenza dei due territori».

Soprattutto, però, come dimostrato proprio dai nerazzurri bergamaschi, un successo, a qualsiasi livello, si costruisce con il coinvolgimento attivo e convinto di tutte le componenti di un territorio, che sia la provincia di Bergamo o la Valtellina e la Valchiavenna. «L’Atalanta, come dimostrato anche da chi è sceso in campo mercoledì sera è cresciuta così tanto perché ha lavorato molto sul settore giovanile - ha spiegato il numero uno della società biancazzurra -: a noi manca una palestra da tre anni dove poter svolgere la nostra attività e ora che stanno arrivando molte domande per la prossima stagione proprio per il nostro settore giovanile servono i campi dove poter far allenare e giocare i bambini e i ragazzi altrimenti saremo costretti a rifiutare delle richieste. E poi avete visto i tifosi dell’Atalanta? Mi piacerebbe che anche a Sondrio ci fosse un rapporto così con la squadra della propria città. Serve quindi, il coinvolgimento di tutti: della gente, del mondo dell’imprenditoria locale e delle istituzioni».

Che il lavoro paghi e dia i suoi frutti è convinto, infine, anche Daniele Croce, delegato provinciale sondriese della Lega Nazionale Dilettanti. «La vittoria dell’Atalanta rappresenta un segnale e un successo importante per tutto il movimento calcistico lombardo e italiano: è la dimostrazione che con il lavoro, con la programmazione e la serietà si possono raggiungere grandi obiettivi e che per vincere non bisogna essere per forza una squadra blasonata - ha sottolineato Croce -. Naturalmente la realtà della provincia di Bergamo non è paragonabile a quella del nostro territorio, ma ribadisco che quanto fatto dall’Atalanta è, per tutti i livelli del calcio lombardo, un successo e un segnale che lavorando bene si può arrivare lontano». Lo stesso Croce, poi, si complimenta con un pensiero particolare con il numero uno della società bergamasca: «In particolare poi sono contento per il presidente Percassi - ha concluso Croce -, viste le amicizie che ha in Valtellina, visto che gestisce un ristorante a Bergamo Alta insieme a Jim Pini».

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