Padelli, dalla Valtellina alla serie A: «Investire nel calcio per il bene dei giovani»

Partendo dalla Valtellina ha raggiunto i vertici del panorama calcistico italiano e internazionale, giocando ad Anfield con il Liverpool, vincendo uno scudetto con l’Inter, disputando l’Europa League con il Torino, vestendo la maglia della nazionale e diventando una bandiera dell’Udinese, ma non ha dimenticato le sue origini e la sua terra: Daniele Padelli, portiere valtellinese in forza proprio all’Udinese anche per l’imminente stagione agonistica, infatti, ha sempre seguito da lontano le sorti del Sondrio gioendo per il suo ritorno in serie D. «Ho seguito le vicende del Sondrio, mi tengo informato su quello che succede a casa e torno spesso in valle - ha raccontato Padelli -. Le cose, negli ultimi anni, stanno migliorando e infatti sono arrivati ottimi risultati. Faccio i complimenti alla società, in particolare al presidente Rigamonti e al direttore sportivo Salvadori, visto che so quanto sia complesso lavorare in valle nel mondo del calcio: di certo le potenzialità economiche non sono assolutamente paragonabili a quelle di altre realtà, anche solo nel lecchese. Spero che proprio presidente e direttore sportivo possano proseguire nel loro lavoro con l’aiuto di qualcuno che possa dar loro una mano, visto che da soli si fa fatica. Se si uniscono le forze, invece, si può far bene: credo che a Sondrio e in valle ci possa e debba essere una squadra professionistica».

Intanto, come detto, il Sondrio ha riconquistato, dopo quattro anni e mezzo dall’ultima partita in questa categoria, la serie D: «Il calcio è un veicolo importante sotto numerosi aspetti - ha proseguito Daniele Padelli -. Per il turismo, per far conoscere determinati luoghi e situazioni; per le società e i tifosi che vengono da fuori in occasione delle partite. Anche sotto l’aspetto calcistico, più la categoria è importante, più può beneficiarne l’intero movimento che può “andare dietro” alla squadra che fa da riferimento, in questo caso il Sondrio. Insomma, i biancazzurri in serie D fanno bene alla città e alla valle intera anche in vista di un appuntamento come le Olimpiadi invernali del 2026. Sono contento che grazie al calcio possano risplendere la nostra valle e le nostre zone».

Come detto Daniele Padelli, dopo aver iniziato a giocare nelle giovanili del Delebio ha compiuto il grande salto arrivando al calcio professionistico e ai palcoscenici più prestigiosi del “pallone” a livello internazionale: la speranza e l’augurio è che altri, magari anche contribuendo a portare in alto il Sondrio, possano compiere il suo stesso percorso. «La nostra, logisticamente, è una valle scomoda da raggiungere - ha spiegato il portiere dell’Udinese - anche per gli addetti ai lavori e infatti gli osservatori vengono raramente nella nostra provincia. Il Sondrio, dunque, può proporsi, grazie al lavoro del suo presidente e del suo ds, come società di punta e di riferimento. Bisognerebbe poi partire con un lavoro dal basso, dal settore giovanile: anche in Valtellina ci sono tanti giocatori che possono far bene, ma devono essere fatti crescere sotto tutti gli aspetti, tecnico, tattico, mentale, professionale, psicologico. È un lavoro che riguarda tutta la valle e per il quale bisogna collaborare ed abbattere i muri spesso creati dal campanilismo. Bisognerebbe farlo per il bene dei nostri giovani».

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