Calcio / Lecco città
Venerdì 02 Aprile 2021
Il Lecco si lamenta
degli arbitraggi
La società bluceleste insiste a prendersela pubblicamente con i direttori di gara, ma questo non giova. Il dg Maiolo e il ds Fracchiolla intendono forse così distogliere l’attenzione dalla squadra per lasciarla tranquilla.
Lecco sfavorito dalla classe arbitrale? Le (ex) giacchette nere ce l’hanno con i blucelesti? Sì e no. Di sicuro, però, le continue lamentele contro le direzioni arbitrali non servono a molto. Nella speranza che non si rivelino controproducenti.
È vero che è stato negato un gol regolare a Mastroianni contro la Pro Patria. È vero che è stato annullato un gol contro l’Albinoleffe che era da convalidare. È vero che contro la Pergolettese il primo rigore non c’era e ce n’era almeno uno su Iocolano (ma quello di Lora era così netto?). Ma a chi giova il lamento corale della sala stampa di mercoledì a Crema? Al di là delle dichiarazioni rese “a caldo”, che bisogna sempre depurare dall’emozione del momento, ci si chiede a cosa possano portare i lamenti arbitrali.
«A parte i rigori dati alla Pergolettese e negati al Lecco - dichiarava nel post gara il direttore generale Angelo Maiolo - non parliamo dell’espulsione del mister: assurda. Già dopo l’ammonizione al mister avremmo dovuto fare davvero un processo. Quando una squadra lavora tutta la settimana come fa D’Agostino vedere certi arbitraggi scandalosi, non è ammissibile. Soprattutto non è ammissibile veder uscire l’arbitro dal campo dicendo “sono l’arbitro che dà più rigori in serie C”. Non si può rischiare di perdere la partita per rigori inesistenti».
E via dicendo: dal lamento su «cinquanta punizioni contrarie al Lecco», al “poi si domandano perché i presidenti lasciano il calcio”. Continuando con Domenico Fracchiolla: «Avevamo paura di questa gara per i precedenti arbitrali del signor Longo con la Pergolettese. Era stato contestato duramente dai dirigenti della Pergolettese».
Ma queste cose vanno dette prima, il venerdì in conferenza stampa di presentazione della gara, non dopo la partita. Perché lasciano l’impressione che se fosse andata bene, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire sull’operato del signor Longo.
Invece così pare proprio che venga “usata” la circostanza, che peraltro è un dato di fatto, per valutare un po’ maliziosamente l’operato arbitrale. Insomma, per molti i lamenti contro gli arbitraggi lasciano il tempo che trovano e rischiano di far incattivire proprio la classe arbitrale nei confronti dei blucelesti. Perché gli arbitri, tra loro, si parlano. E chi li attacca in pubblico, prima o poi, paga. Giusto o sbagliato che sia, è un dato di fatto.
Altra cosa, invece, è lamentarsi nei corridoi. Far arrivare alle persone giuste le “cassette” con i riflessi filmati incriminati che non hanno nessun valore da un punto di vista della giustizia sportiva, ma che altrettanto sicuramente vengono visionati e valutati dall’ambiente arbitrale. È l’attacco frontale al sistema arbitrale che, di solito, paga poco.
Ma Domenico Fracchiolla, validissimo d.s. bluceleste, è allora così ingenuo? Certamente no. Sta proteggendo la squadra. Sta cercando di farla stare serena nonostante, al di là delle decisioni più o meno condizionanti dell’arbitro di turno, abbia mostrato da qualche domenica qualche scricchiolio. Non tecnico, generale, né, forse, di preparazione fisica. Ma di stanchezza. Mentale, personale, più che di squadra.
Ci sono giocatori che hanno tirato la carretta senza sosta e ora pagano dazio. In due partite abbiamo visto il Lecco subire azioni pericolose quanto mai in precedenza.
E non è colpa di D’Agostino o dei singoli, ma del fatto che siamo a fine stagione. Bellissima partita Pergolettese-Lecco, ma quante “cappelle” sono state fatte da una parte e dall’altra? Quasi mai un 2-2 del genere (con rigori sbagliati, paratissime, occasioni a gogo), è frutto di una conduzione di gara irreprensibile delle due squadre protagoniste. Siamo nel finale del torneo. Quello decisivo.
E Fracchiolla vuole spostare l’attenzione dalla squadra per lasciarla tranquilla. Fa bene e lo appoggiamo. Ma lasci stare gli arbitri che sbagliano come tutti. Il Lecco costruito da lui e D’Agostino è più forte di questo. Ma deve solamente continuare a ritenere di essere forte senza dover pensare di essere vittima di qualcuno.
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