Calcio / Lecco città
Venerdì 06 Agosto 2021
Di Nunno: «Non vendo,
resto proprietario del Lecco»
Il patron rivela: «Se non rimanevo io, alcuni giocatori se ne sarebbero andati subito. Mi sto muovendo personalmente con il Lecce per rinforzare la squadra con un paio di giocatori anche esperti».
«Ho deciso di non vendere più il Lecco. Resto proprietario, almeno fino al termine di questa stagione. Questa idea è maturata capendo che i ragazzi (i giocatori, ndr) sono bravi e alcuni di loro, se non rimanevo io, se ne sarebbero andati subito. E non avrebbero firmato i contratti. Dunque resto, m’indebiterò di più...» Parole e voce di Paolo Di Nunno che, sembra certo, per la quinta annata di seguito sarà patron di una società che resta in bilico. Fra le ambizioni di serie B, l’obbligo di saldezza economica e morale e l’imperativo (almeno) di confermare la categoria.
«Secondo me siamo attrezzati già ora per un buon campionato - dice il patron -, ma i ragazzi stavano andando via tutti. Così ho preso la decisione di restare...Iocolano non voleva restare, quell’altro non voleva restare...Chiedono un aumento, ma non volevano firmare. Cosa dovevo fare? Restare. Mi si chiede di rinforzare la squadra. Bene: se arrivano giocatori forti e che non costino tantissimo, si può fare. Sono io il primo che li aspetta. Io stesso mi sto muovendo con il Lecce per rinforzare la squadra con un paio di giocatori anche esperti. Quindi sul mercato non ci sono solo gli occhi di Fracchiolla che è bravissimo, ma anche i miei...Sto cercando di farmi dare in prestito dalla prima squadra un ragazzo del 2001 che è fortissimo, vediamo se ci riesco. Sono molto amico del presidente del Lecce e tramite altri amici comuni forse si può fare. Io quest’anno mi voglio divertire coi giovani forti che abbiamo»
Probabilmente il prossimo consiglio federale della Figc stabilirà che le prime 6-7 dei tre gironi attuali andranno a formare una nuova categoria: la “B2”. Un’opportunità favolosa: «Se sarà così, allora faremo una squadra per puntare alla B2, questo è sicuro; noi abbiamo già preso tre fior di centravanti (Petrovic, Reda e Mastroianni, ndr), ma anche loro erano in forse. Volevano garanzie che io rimanessi. Zironelli? Con lui ho un ottimo rapporto e mi sento tutti i giorni. Gli ho detto: valutali e, chi non ti piace, mandalo via... Abbiamo preso questa punta croata (Petrovic, ndr). Guardate che è forte sul serio».
E il Novara? «Quando ci sarà la certezza che è stato radiato, allora vedremo. Ma non possiamo prendere giocatori che chiedono cifre esorbitanti. Metteremmo a repentaglio l’equilibrio dello spogliatoio. Dobbiamo restare su una media degli altri. Se poi vogliono andare al sud, li c’è un numero di spettatori maggiore e quindi maggiore disponibilità... È vero che due stagioni fa (la prima del ritorno in C, ndr) stavo per raggiungere quota-mille abbonati, ma era due anni fa. Quest’anno lo stadio sarà a metà e io non posso vendere 2.500 abbonamenti. Non ci sarebbe spazio per i tifosi ospiti».
Che al proprietario bluceleste sia tornata la voglia di fare calcio? «È vero solo in parte - spiega il presidente-. Io l’anno scorso volevo vincere il campionato e basta. E potevamo riuscirci, visto che abbiamo stracciato il Como due volte. Ma ci sono mancati quei 10 punti in quelle 3-4 partite che ancora mi fanno male. Ma poi ci sono state delle grane che io non ho inghiottito, come i quattro espulsi di Lucca. Lì l’allenatore doveva parlare, farsi sentire... Ma la voglia di rivincita non c’è, anche perché non posso pretendere di vincere il campionato contro certi squadroni che stanno spendendo così tanto. Non ho i fondi per farlo...».
«Ma con “fondi” intendo come li intendono al sud: i terreni, le proprietà. Si dice che finito il lockdown, è finita la crisi. Per me non è vero. Io ho formato un pool di ingegneri informatici per produrre nuovi giochi elettronici, ma li sto facendo girare gratuitamente per fare in modo che si conoscano, piacciano e poi si vendano. È un impegno a lungo termine, che non da frutti nell’immediato. Ecco perché, per me, la crisi non è finita. Quanto mi costerà il Lecco quest’annata? Non ho fatto i conti e non li farò, ma le cifre che girano non sono vere. Ci voglio molti più soldi...». Ma lui resta. Comunque.
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